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La Cina è vicina, ma impaziente
Non c’è un’alternativa cinese per la Russia, e nemmeno per Putin.
La guerra prolungata va contro gli interessi e le strategie cinesi - il “Global
Times” lo spiega ogni giorno, il giornale del Pcus in inglese.
Al presidente Xi l’attacco all’Ucraina ha fatto comodo – contro
l’aggressivismo di Biden nell’Indo-Pacifico: il patto Aukus, Usa-Gran
Bretagna-Australia, col riarmo da parte americana, l’attivismo militare del
Giappone e della Corea del Sud, il build-up della questione Taiwan, sempre
da parte dell’amministrazione Biden. Ma la guerra prolungata non va bene.
La guerra ha messo in stallo l’Europa, e quindi la relazione
privilegiata che Xi ha costruito nei due -tre anni precedenti la pandemia. Presso
vari paesi, compresa l’Italia, e con l’Unione Europea. Una iniziativa coronata dal
super accordo per gli investimenti di fine 2020. Ha messo in stallo soprattutto
i paesi dell’Est Europa, con cui Pechino aveva stabilito legami speciali.
La guerra contribuisce quasi quanto l’insorgenza di covid al
rallentamento dell’economia cinese. Che si trova in un momento delicato negli
assetti finanziari, privati e pubblici. E necessita di un rilancio dell’attività
produttiva, non sopporta altre contrazioni.
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