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L'Africa nel limbo
L’Africa nera è un limbo. Ma con molti diavoli
dentro. Coloniali per lo più – siamo nel 1926-27. “La ferrovia Brazzaville-Oceano
è una spaventosa consumatrice di vite umane”. I lavori della ferrovia Matadi-Kinshasa
ispirarono l’orrificato Conrad di “Cuore di tenebra”. Un’appendice al cap. III
fa i conti dei trasporti a spalla: intere tribù decimate, intere regioni
spopolate. Le colonie sono lavoro forzato, tasse e ruberie, tutto
istituzionalizzato – legale. Con un sovrappiù individuale, personale, di odio, di
cattiva volontà – o volontà di essere cattivi.
Gide chiude ripromettendosi “un elogio della delicatezza”,
di fronte alla “bruttezza, stupidità, volgarità” degli ultimi bianchi con cui
gli tocca condividere l’ultimo “albergo” a Douala, Camerun. L’avarizia, soprattutto,
lo ha sconvolto – sarà solo in Africa che il grande borghese Gide è entrato in
contatto con il “popolo”?
Ma anche l’Africa lo turba. Troppo grande, troppo
diversa. Sconvolto dall’indistinzione, delle persone come del paesaggio: “L’assenza
di individualità, d’individualizzazione, l’impossibilità di arrivare a una differenziazione”.
Che è sbagliato, gli africani sono molto diversi e caratterizzati, ma così apparivano.
L’uniformità è il segno dei grandi continenti, si dice Gide, e quindi dell’Africa,
“un contrasto che può riuscire piacevole, o noioso”. Ma sa anche, sente, in qualche
modo percepisce, che la società tribale ha bisogno di Autorità, di una qualche
forma di organizzazione o di coscienza politica, di un patto sociale e legale, altrimenti
resterà inerte, o distruttiva.
La coscienza civile non gli basta – il viaggio è
stato lungo, quasi dieci mesi, dal luglio 1926 a maggio 1927, e faticoso,
benché ricevuto ovunque come una personalità. E benché in compagnia specialmente
gradevole – di cui non c’è traccia nel libro: del giovane Marc Allégret (che ne
trasse un medio metraggio, “Viaggio al Congo”, anche lui).
A cura di Giordano Tedoldi. Che opera una scelta,
circa la metà dei testi originari.
Una lettura mesta, a un secolo data. Il colonialismo è finito, da
oltre mezzo secolo ormai, ma le indipendenze non farebbero un viaggio diverso
in Africa – intelligenza, arte, abilità dell’africano, quando ci sono, sono in
Europa.
André Gide, Viaggio al Congo, Marsilio,
pp. 255 € 16
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