L’ingiusta giustizia
Un tranquillo fotografo è stato condannato a
trent’anni per l’omicidio della moglie, di cui non è colpevole. In carcere
studia e si laurea in legge. Dopodiché viene fatto liberare da uno studio legale
importante, col quale poi collaborerà. In una serie di indagini sbagliate e da
lui risolte, una per ognuno dei sei episodi della serie, di carcerazioni e
condanne sbagliate. Nonché per la sua vicenda personale, l’assassinio della moglie
rimasto impunito, in realtà non indagato. Nella solitudine dell’ex carcerato, gravata
nel caso dalla perdita dell’affetto della figlia. In assenza degli intrighi - e delle stupidaggini - delle Procure.
Una serie programmata in vista dei referendum
sulla giustizia (anche gli avvocati, però, qui non sono angeli). Confortata da un 20 per
cento di pubblico, ma di una serata evidentemente morta, poco più di tre
milioni e mezzo di spettatori. Perché i referendum sono segnati, avendone il Pd
e i 5 Stelle chiesto il boicottaggio - la coscienza opportunista della nazione:
usare i referendum per farsi amici i giudici. La giustizia è al sommo dei
timori e malumori italiani nei sondaggi, ma di fatto tutti “trovano la loro
strada” – si accomodano.
Maurizio Zaccaro, Giustizia per tutti,
Canale 5
Nessun commento:
Posta un commento