Il ragazzo che a
sedici anni aveva tentato la fuga da casa, da una madre ossessiva, rilegge da
signore benestante, tipografo, in un libro che ha appena stampato, il racconto dei
fatti sensazionali di cui fu testimone nella scappatella. Tra una bella donna
incontrata nella fuga, alla quale si era accompagnato, e un operaio disoccupato
in cerca di lavoro, poi trovato morto.
Un cold case
da cui la verità emerge, ormai prescritta, senza urti né scosse. Con la sorpresa,
Seichō è autore di noir. Ma all’insegna di quella realtà irreale che è il
segno della narrativa giapponese di questi decenni, di Seichō come di Murakami,
Yoshimoto. Il reale è certo sorprendente, ma la brillantezza sembra a perdere, l’ennesimo
esercizio di bravura.
Matsumoto Seichō, Il
passo di Amagi, Adelphi, pp. 66 € 5
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