Sposarsi fa bene – la nuova commedia all’italiana
Un inno al matrimonio, dopo sette anni di
convivenza. Sotto forma di incubi che il nubendo timoroso vive la notte
precedente il matrimonio, dopo la rimpatriata con gli amici. Girato a Spoleto,
ma con mordente toscano, nei dialoghi e nelle situazioni – se ne erano perduti
il suono e il taglio.
Una commediola leggera, senza altre pretese. Un
genere che comincia a connotare il giovane cinema italiano. Viviamo in un mondo
senza problemi? Così si direbbe.
Oggi Laura
Morante lamenta con Valerio Cappelli sul “Corriere della sera”: “Per essere definito
un buon film, devi andare nei sobborghi di una grande città, fare lunghi piani
sequenza e usare pochi dialoghi. In qualunque altra arte sarebbe ridicolo: al
cinema no”. Per gli Oscar, certo – ma non solo i sobborghi: ci vogliono anche i
sottoproletari, sbandati, soli, tra cartoni e fango, un po’ di neorealismo,
meglio neoasiatico. Mentre l’Italia vira al leggero, delle “notti prima”, degli
esami eccetera.
Marco Martani, La donna per me, Sky
Cinema
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