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martedì 10 maggio 2022

Unicredit et al. sempre operativi in Russia

Sono molte e sono poche le compagnie occidentali che ha ridotto o chiuso le attività in Russia in seguito alle sanzioni decretate a Washington e Bruxelles. L’osservatorio della Yale School of Management dà a oggi, 10 maggio, “quasi mille compagnie” straniere, su una totale tracciato di 1.200, impegnate a “ridurre volontariamente le attività in Russia a qualche livello sotto il semplice minimo legale richiesto dalle sanzioni internazionali”. Ma dà una lista completa di tutte le aziende censite, da cui si ricava l’impressione invece che per i più sia business as usual.
La semplice dizione “ritiro” può non dire l’abbandono del mercato russo: “All’origine una lista semplice, exit o remain, la nostra lista”, precisa l’osservatorio, “ora consiste di cinque categorie, graduate da A a F, e cioè alla completezza del ritiro”.
La lista è dettagliata:
https://som.yale.edu/story/2022/almost-1000-companies-have-curtailed-operations-russia-some-remain

Scorrendola, l’impressione è che la proporzione sia rovesciata, che “mille” rimangono e una minoranza chiude o ha chiuso. Almeno 213 aziende sono collocate nel segmento F, di chi “sfida il blocco delle attività”. Tra essere tredici italiane, dell’abbigliamento, dell’alimentare, e Unicredit – Unicredit è data “ancora in attività”. Sei sono nel segmento E, tra esse Barilla e Intesa: non sono molto attive, ma tengono aperto. Nel segmento C (riducono le attività) sono sei gruppi: Enel, Ferrero, Luxottica, Iveco, Pirelli, Valentino. Altre sei sospendono l’attività, cioè le vendite, tra esse ovviamente Leonardo (armamenti), e alcune industrie del lusso, Ferrari, Prada, Zegna. Quattro i gruppi italiani posti nel segmento A, come per aver dismesso ogni attività, ma questo è vero solo per Generali e Eni (conclude così un’avventura di quasi settant’anni, che l’ha visto primo acquirente occidentale di petrolio russo, e primo e grande acquirente di gas, contro fortissime resistenze politiche) – Ferragamo e Yoox fanno come le altre case dell’abbigliamento, sospendono le consegne.  

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