sabato 4 giugno 2022

Appalti, fisco, abusi (220)

“Oggi le spiagge, ieri le bollette. Quanto ci costa l’allergia il libero mercato”, titola Ferruccio de Bortoli sul “Corriere della sera”. Senza fare cifre. Che non sarebbero lusinghiere: il libero mercato ci è costato e costa più del mercato ancora tutelato, o a tariffe controllate. Per i telefoni, l’elettricità, il gas. Anche molto i più. E perfino qualche truffa, come il mese telefonico, l’addebito “a calcolo” invece della lettura dei contatori elettronici a distanza - che abbiamo pagato – e il vezzo di caricare immediatamente superbollette, se uno si avventura a dare l’iban a Tim e WindTre.  
 
Le liberalizzazioni, volute da Draghi, con l’avallo delle “lenzuolate” dell’ora estremista di sinistra Bersani, hanno peggiorato, e di molto, prezzi e modalità di approvvigionamento delle famiglie. Hanno favorito le utilities e la grande distribuzione – supermercati e centri commerciali che hanno prezzi più cari e non danno garanzie di qualità. Danneggiando i consumatori, e milioni di piccoli esercenti, che erano garanzia di qualità\prezzo equilibrati.
 
Si debba una qualsiasi somma al fisco, Irpef, cedolare secca, Imu e altre patrimoniali, il sostituto d’imposta (chi paga lo stipendio o la pensione) immediatamente paga. Si resti in credito Irpef, non si sa quando le Entrate pagheranno. Presumibilmente entro dicembre. Dipende dalla somma. E non c’è appello possibile: la trattenuta indebita di un anno prima lo Stato può restituirla quando vuole – la Corte Costituzionale privilegia lo Stato, non il diritto.

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