Appalti, fisco, abusi (220)
“Oggi le spiagge, ieri le bollette. Quanto ci costa l’allergia il
libero mercato”, titola Ferruccio de Bortoli sul “Corriere della sera”. Senza
fare cifre. Che non sarebbero lusinghiere: il libero mercato ci è costato e costa
più del mercato ancora tutelato, o a tariffe controllate. Per i telefoni,
l’elettricità, il gas. Anche molto i più. E perfino qualche truffa, come il mese
telefonico, l’addebito “a calcolo” invece della lettura dei contatori
elettronici a distanza - che abbiamo pagato – e il vezzo di caricare
immediatamente superbollette, se uno si avventura a dare l’iban a Tim e WindTre.
Le liberalizzazioni, volute da Draghi, con l’avallo delle “lenzuolate”
dell’ora estremista di sinistra Bersani, hanno peggiorato, e di molto, prezzi e
modalità di approvvigionamento delle famiglie. Hanno favorito le utilities e
la grande distribuzione – supermercati e centri commerciali che hanno prezzi
più cari e non danno garanzie di qualità. Danneggiando i consumatori, e milioni
di piccoli esercenti, che erano garanzia di qualità\prezzo equilibrati.
Si debba una qualsiasi somma al fisco, Irpef, cedolare secca, Imu
e altre patrimoniali, il sostituto d’imposta (chi paga lo stipendio o la pensione)
immediatamente paga. Si resti in credito Irpef, non si sa quando le Entrate pagheranno.
Presumibilmente entro dicembre. Dipende dalla somma. E non c’è appello possibile:
la trattenuta indebita di un anno prima lo Stato può restituirla quando vuole –
la Corte Costituzionale privilegia lo Stato, non il diritto.
Nessun commento:
Posta un commento