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Clinton, come ho messo la Russia alle corde
Un saggio
tempestivissimo, e molto ben scritto, da specialista di cose internazionali, sulla
rivista democrat tra le più bellicose. Tralasciando l’essenziale.
Clinton,
il presidente di dopo il crollo del Muro, ha spinto la Russia sulla via della libertà,
della democrazia e della cooperazione, sugli armamenti e su ogni altro aspetto,
l’ha finanziata perfino, facendone il suo primo impegno presidenziale – “ho
incontrato Yeltsin 18 volte e Putin cinque, due volte quando era primo ministro
di Yeltsin e tre negli oltre dieci mesi in cui le nostre presidenza si
sovrapposero”. Ha aperto alla cooperazione due settori importanti: “il terrorismo
etnico, religioso, tribale, e la proliferazione di armamenti nucleari, chimici, e biologici”. Ha introdotto
Mosca in molte organizzazioni occidentali, anche se da osservatore, quali il G
7 e la stessa Nato. E tra chi sosteneva l’allargamento della Nato
fin sotto il Cremlino, immemore della crisi cubana, e chi lo criticava, cita i
due maggiori critici, George Kennan, l’ex diplomatico all’origine della
politica di containment dell’Urss di
Stalin, e un Mike Mandelbaum, “un’autorità sulla Russia” – a favore cita
Madeleine Albright, la sua segretaria di Stato, appena deceduta (il saggio è
anche un omaggio a Albright), e vari nomi che non dicono nulla, se non per il
suono russo. Poi, candido, dice anche: sotto la mia presidenza entrarono nella
Nato Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, “contro l’opposizione russa”, sotto i
miei successori altri undici paesi dell’ex Patto di Varsavia sovietico, “contro
l’opposizione russa”. Ma tralascia l’essenziale della sua presidenza: la dissoluzione
della Jugoslavia con la guerra finale alla Serbia, e la “guerra” alla Fortress
Europa, l’Unione Europea che andava verso l’adozione dell’euro.
Di questo
è difficile parlare, tuttora: è una linea politica americana, o bi-partisan come è d’uso dire, di non
consentire un’Europa indipendente, ed è un tema enorme, ben più grave che
l’Operazione Speciale di Putin contro l’Ucraina, anche se non fa vittime, non
per ora. Ma come dimenticare la dissoluzione della Jugoslavia, armata e finanziata
da Clinton, fino alla Guerra alla Serbia. Una guerra aerea, la più micidiale
contro i civili, e la meno onorevole militarmente. Con bombe all’uranio
impoverito, che hanno continuato a fare vittime anche a distanza di anni – per
esempio tra il personale militare italiano di bonifica. Tre mesi di bombardamenti,
quotidiani, per lo più da basi italiane, dal 28 febbraio all’11 giugno1999.
Putin
certo non è giustificabile, e ha superato i tre mesi di bombardamenti. Ma la
Serbia, cui wikipedia concede tremila morti civili, compresi una settantina di
bambini, è grande 88 mila kmq, l’Ucraina 600 mila – un po’ di cinismo ci vuole.
Clinton distrusse la Serbia per dare l’indipendenza al Kossovo, richiesta da una
organizzazione che gli stessi Stati Unti definivano terroristica, l’UÇK, creata
da un mafioso, Ibrahim Thaci? Oppure per dare una lezione a Mosca?
Bill Clinton, I Tried to Put Russia on
Another Path, “The Atlantic”, 7 aprile 2022, free online
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