I tedeschi sapevano, il mondo sapeva
Un racconto semplice, breve, del
fascino demoniaco di Hitler e della fine degli ebrei in Germania. Max
Eisenstein e Martin Shulse, amici e soci carissimi, mercanti d’arte di successo
a San Francisco, si separano: è il 1932, Martin torna in Germania per fare
politica, da liberale, Max continua a fare gli affari anche per lui a San
Francisco. È il 1933 e Martin non solo crede in Hitler e lavora per lui, ma
dirada la corrispondenza con l’amico. È il 1934 e Martin comunica all’amico
l’assassinio della sorella minore, sorella di Max, Griselle, che recitando a
Berlino in teatro si è dichiarata ebrea, nel giardino di casa sua, dove era
arrivata inseguita dalle SA, per cercare rifugio dallo stesso Martin, che l’ha
respinta. Il finale è a sorpresa.
Niente di più di quanto si sa
ormai da lungo tempo della Germania di Hiler, dell’invasamento tedesco. Ma
questo racconto, in forma di lettere tra i due (ex) sodali, è del 1938,
pubblicato su rivista, esauritissima, ripreso nelo stesso anno dalla rivista “Readers’s
Digest”, esauritissima, l’anno successivo pubblicato come libro, esauritissimo,
e qualche anno dopo trasformato in film. Di autrice non ebrea, e scrittrice,
fino ad allora, non professionale. Nella questione storica se i tedeschi
sapevano oppure no, e cosa sapevano, loro come gli americani e ogni altro, la cosa era chiara agli inizi, nei seondi anni 1930.
Katherine
Kressmann Taylor, Destinatario
sconosciuto, Br, pp. 77 € 10
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