astolfo
Chautauqua-Licei – Chautauqua,
dal nome del lago sopra New York, era la rappresentazione dei cantastorie
indiani che giravano il paese a dorso di cavallo e in ogni remoto villaggio,
sotto la tenda, parlavano di tutto all’impronta. Il nome fu utilizzato nel
secondo Ottocento e fino al crac del 1929, come “circuito” di conferenze e spettacoli,
solitamente estivi, mobili, per l’America rurale. Per cinquant’anni portò la
cultura nell’America remota, seppure quella dell’America protestante,
anglosassone. Come estensione del movimento dei licei, club di educazione
popolare con biblioteche e conferenze. Avviati nel 1826 nel Massachusetts, i
licei s’erano estesi alla Nuova Inghilterra, a New York e a tutti gli Usa,
trasformandosi dopo la Guerra Civile in attività di lucro. Famoso fu il Lyceum
Bureau, lanciato da James C.Redpath nel 1868, che nel decennio successivo esibì
a pagamento P.T. Barnum, Mark Twain, Wilkie Collins ed Emerson.
Nel 1874 un pastore metodista, John H.Vincent, e Lewis Miller, un
uomo d’affari di Akron, Ohio, lanciarono il Circuito o Tenda Chautauqua, una
catena di scuole estive per formare i maestri delle scuole parrocchiali
domenicali, anche su temi profani. La prima scuola, nell’agosto del 1874, fu un
tale successo che il lago Chautauqua ebbe un immenso sviluppo, di ville,
alberghi, teatri. Cinque anni dopo si costituiva una Scuola Normale di
Chautauqua. Il Circuito portava le conferenze l’estate in ogni canto, per
tre-dieci giorni, alternate a concerti, sotto una tenda grigioverde, di 125 per
175 piedi, che divenne il simbolo dell’America rurale. Nel 1920 venti compagnie
gestirono novantatré circuiti negli Usa e in Canada, e spettacoli in 8.580 località,
per trentasei milioni di spettatori. Negli anni 1920 ogni centro avrebbe voluto
una Tenda. Nel 1932, con la crisi, il Circuito si dissolse.
Il Circuito
sarà stato anche l’ultimo uso esotico dell’“America che non c’è”, i suoi
indiani.
Indiani – Quelli d’America non hanno avuto
tutti la stessa sorte, ridotti alle riserve, e abbrutiti, di “fumo” e alcol –
di cui hanno avuto a lungo libera licenza di vendita, insieme con la privativa
del gioco d’azzardo. Per il resto limitandosi a fornire toponimi ispirati, come
avveniva quando li cacciavano nel nome della civiltà.
Altrove, nel Nuovo Messico, la California del Sud, l’America Latina, dove
c’erano i preti, gli indiani di Colombo sono sempre lì, benché nel Cinquecento
si eliminassero a milioni, secondo il testimone Las Casas.
I protestanti avranno avuto mira migliore nella corsa verso Ovest,
non avendo lasciato residui. I sopravvissuti che emergono dal folklore di augh! e tomahawk
sono a loro modo integrati. Anche se in una cultura, in Luisiana, California
del Sud, Nuovo Messico, spagnola e francese prima che americana, densa e non
desertificante.
Anche nella fase storica attuale, in cui l’America
estende i diritti a ogni essere animato, e anche inanimato, come possono essere
i minerali, trascuri i pellerossa. Se non altro per ragioni
commerciali, potrebbero anch’essi dire e dare molto. Gli indiani sono ancora anonime
“tribù”, popoli senza storia, l’America può essere spietata, nella sua infinita
bontà.
I re
anglosassoni non se ne curarono, degli indiani, l’America semplicemente diedero
in appalto ai buoni puritani – i re cattolicissimi di Spagna invece se li
fecero sudditi propri, benché “para ser
menores, miserables y rùsticos”, per contenere gli avidi coloni, e li
salvarono dallo sterminio.
Ucraina-Russia – La guerra civile dopo la rivoluzione sovietica si combatté
prevalentemente in Ucraina, nell’entroterra e nella regione costiera sul mar
Nero. In un’Ucraina che fu parte tra le più attive, della rivoluzione e della
controrivoluzione, in una serie di guerre di tutti contro tutti, per circa
cinque anni, che vide Kiev liberata e occupata quindici volte, di cui tre in un
giorno. Fra ucraini, rossi e bianchi, e contro i polacchi - contro i polacchi
con più determinazione e impegno che contro il sovrastante russo.
Un movimento per l’indipendenza si era rafforzato dopo la caduta
dello zar nel febbraio del 2017, che in pochi mesi portò a una dichiarazione di
indipendenza. Dapprima in forma di Repubblica Popolare, cioè rivoluzionaria, filorussa
ma autonoma, nel novembre 2017, e il 25 gennaio 1918 alla dichiarazione di
indipendenza. Riconosciuta il 9 febbraio dagli “imperi centrali”,
Austria-Ungheria e Germania. I “rossi” non cedettero, non subito: presero il controllo di Kiev lo stesso giorno in cui fu
firmato il trattato di Brest-Litovsk, il 3 marzo 1918. Ma con il trattato Lenin
portava la Russia fuori dalla guerra, e i “rossi” ucraini furono presto sopraffatti,
da “bianchi” col sostegno di Germania e Austria-Ungheria.
Formazioni ucraine furono anche parte attiva nella controrivoluzione.
A iniziativa di ufficiali dell’esercito zarista. Che mobilitarono le unità di
cosacchi volontari nello schieramento zarista, eredi delle tribù di guerrieri
banditi del Sei e Settecento, contadini privilegiati, assegnatari di terre senza
lo statuto di servi della gleba, nonché protagonisti di molta letteratura. Per
quattro anni, fino a tutto il 1921, queste formazioni, sotto il comando di
Simon Petljura, un giornalista e agitatore politico ucraino a Mosca, furono impegnate
contro l’Armata Rossa, e contro gli anarchici di Nestor Machno, col sostengo
più spesso dei polacchi. Dei quali finì anzi alleato, accordando loro la
sovranità sulla Galizia occidentale, con Leopoli – vecchia città
santa polacca - in cambio del riconoscimento come capo dell’Ucraina, e di
assistenza militare. Era una delle intese polacche contro la Russia, contro il
regime rivoluzionario, che era arrivato a minacciare la presa di Varsavia, e
non portò fortuna a Petljura. Che andò esule in Francia, dove nel 1926 fu ucciso,
mentre passeggiava a Parigi, da Sholom Schwartzband, “poeta e anarchico russo”,
secondo wikipedia, “ebreo di idee libertarie” - che al processo dirà: “Ho
ucciso un grande assassino”.
Buona
parte delle attività di Petljura furono nel contrasto delle formazioni anarchiche,
di origini contadine, di Nestor Machno. Un ex contadino lui stesso, perseguitato
dal regime zarista, che dopo la rivoluzione d’Ottobre fu uno dei protagonisti
della guerra civile in Ucraina. Interlocutore di Lenin, da questi poi
avversato, anche lui poi esule a Parigi. Machno è ricordato da Pio Turroni, un
anarchico romagnolo – vivrà fino al 1982 – che lo aveva frequentato a Parigi
negli anni 1930 e ne ha fatto testimonianza scritta in “Nestor Makhno. La
rivoluzione russa in Ucraina Marzo 1917 - Aprile 1918”, pubblicato nel 1974.
I “rossi” intanto, anche senza e contro
Machno, prendevano il sopravvento in molte zone del paese. L’8 febbraio 1920 l’entrata
vittoriosa a Odessa assunse speciale significato. L’Ucraina si avviava a
diventare uno stato confederato nell’Urss, che solo formalmente era una
federazione, in pratica era un impero diretto e gestito con rigore dal partito Comunista
Sovietico, cioè russo.
Instaurato il regime
sovietico, molta della resistenza alla collettivizzazione fu, nelle campagne,
ucraina. E più vasta ed efferata vi fu la repressione – via via più intollerante
e autoritaria. A mano a mano che si consolidava il potere di Stalin - il cui
proconsole sarà Krusciov, come capo del governo regionale di Kiev già nella
guerra civile Krusciov si era distinto a capo dei commissari politici nel
Donbass). L’abbandono della Nep e la collettivizzazione forzata lanciata da
Stalin nel 1929 rapidamente portarono alla confusione organizzativa e al blocco
della produzione. Il 1932 fu un anno di carestia, nella quale si conta che
almeno quattro milioni di ucraini siano morti di stenti.
La Russia nell’Urss
fu sempre più risentita come un occupante, un dominatore. Le radici dei due
tentativi delle due Meidan di sradicare i russi dall’Ucraina si radicano in questa
stagione di odio, anni 1920-1930. Che fece più morti di qualsiasi guerra: il
più gran numero l’ha sterminato Stalin, i mugiki dopo i kulaki, i piccoli
proprietari - cinque milioni? Dieci? non contano. L’odio di Stalin, del regime
sovietico, contro i mugiki, i contadini, era più radicale di quello dei nazisti
contro gli ebrei, se esistesse una classifica dell’odio – nel caso degli ebrei,
erano almeno un Nemico temuto: contro i mugiki solo disprezzo, pedate e
bastonate, non se ne parla ma nessuno lo nega - ci sono i discorsi, i manifesti,
gli slogan. In Ucraina come in Russia. Ma in Ucraina i contadini sfidarono Stalin,
abbattendo i commissari del popolo della collettivizzazione man mano che
arrivavano, a migliaia, e a milioni i porci, le vacche, le pecore, rifiutandosi
di mietere e seminare, e la moglie di Stalin spinsero al suicidio. La repressione
fu terribile, con milioni di vittime. Diretta da Krusciov, benché di origini contadine –
veniva però dalla Russia di confine con l’Ucraina, i confini possono essere
terre di odio.
Tutto sommato, un rapporto
da un secolo armato, conflittuale. Yalta, dove furono firmati gli accordi che
hanno regolato l’Europa fino all’attacco della Russia all’Ucraina, è territorio
ucraino – era. Ma il rapporto tra i due mondi è sempre stato conflittuale.
A guerra quasi finita,
nel febbraio 1945, in Germania, un Esercito Nazionale Ucraino fu costituito quale
forza amata di un governo provvisorio dell’Ucraina indipendente dall’Urss, il
Comitato nazionale ucraino. Forte di due divisioni e di “gruppo speciale”. Era
un tentativo di proporsi, in analogia col governo polacco di Londra, quale
interlocutore degli alleati occidentali contro l’Unione Sovietica – benché fosse
un progetto subordinato al comando tedesco. Molti anche nella Wehrmacht, e lo
stesso Himmler, il capo delle SS, s’illusero a guerra perduta di poter passare con
gli Alleati contro lo spettro russo-sovietico. Contro il quale, però, anche se
subito dopo si accenderà la guerra fredda, non era interesse di nessuno marciare.
Il generale Reinhard Gehlen, che
nella guerra aveva creato per Hitler lo spionaggio anti-Urss, con polacchi,
ucraini, rumeni, baltici, nel 1945 passò con tutta la rete al servizio degli
Usa, e fu quindi capo dello spionaggio della Germania Federale. Ma non si fidava
degli ex suoi collaboratori anti-Urss, dei non tedeschi.
L’Esercito Nazionale Ucraino
si gonfiò, caratteristicamente, in una formazione temibilissima, arrivando a
vantare 200 mila o più effettivi, mentre non arrivava a racimolarne un quarto,
o un quinto. Male armati e non bene inquadrati – erano i residui ucraini
volontari nella Werhmacht e nelle Waffen.
Come comandante
fu ripescato Pavlo Shandruk, un ucraino che aveva combattuto con Petljura, e dopo
gli accordi di Petljura con la Polonia era diventato un ufficiale polacco. Nei
quattro anni dell’occupazione tedesca della Polonia aveva fatto il direttore di
una sala di cinema. Da generale dell’esercito ucraino si distinse per la
ritirata. Verso l’Austria passando per la Slovenia, giànel febbraio del 1945
dopo la costituzione, incalzato dai partigiani di Tito. Il 7 maggio l’Enu (normalmente
citato come Una, Ukrainian National Army) era in salvo, nell’Austria
anglo-americana, benché diviso in piccoli gruppi. Dal Tirolo Shandruk si
diresse alla frontiera italiana, consegnandosi al 15mo Gruppo d’armate
britannico. Altri si diressero a Nord, al confine con la Svizzera e la
Germania, consegnandosi al Sesto gruppo d’armate americano. Poi furono raggruppati,
e internati in Italia, nella zona controllata dal 2do Corpo polacco. Shandruk
cercò un contatto con il generale polacco Anders a Londra, lo ottenne, e ottenne
la protezione degli Alleati per i suoi uomini, al quasi totalità dei quali poté
restare in Occidente, fuori dall’Urss. Altri piccoli gruppi, dispersi, o caduti
prigionieri dei russi, furono poi espatriati in Svizzera. Shandruk è vissuto
poi a lungo negli Stati Uniti, scrivendo libri di storia militare ucraina.
La cantante
Khrystyna Soloviy, che a marzo è diventata celebre adattando “Bella ciao” in
ucraino, esibisce su facebook, proprio quando canta “Bella ciao” (che peraltro
è un canto russo) degli anfibi con la scritta “Nostro padre Bandera”. Soloviy
cioè fa parte del movimento di estrema destra Svoboda, libertà, che si ispira a
Bandera. Forte di un 10 per cento alle elezioni parlamentari del 2012, protagonista
della seconda rivolta di Meidan, nel 2014 – quella che ha acceso il conflitto
con la Russia – e parte attiva del governo successivamente del governo.
Estromessa dal governo con la presidenza Poroshenkho, nel 2015, Svoboda si è
poi ridotta al 2 per cento al voto parlamentare del 2019.
Stepan Bandera
è il giovane politico ucraino che guidò il movimento per l’Ucraina indipendente
sotto l’occupazione tedesca. Collaborò con i tedeschi attivamente, anche se
finì in campo di concentramento, a Sachsenhausen, per la pretesa di un’indipendenza
totale. Poi liberato in cambio di una partecipazione attiva alle azioni militari
contro l’Armata Rossa, quando questa passò all’offensiva. A guerra finita, si
rifugiò in Baviera, sotto protezione alleata. Sarà assassinato nel 1959 –
avvelenato, si presume da agenti russi. Nel 2010 la sua memoria fu onorata dal presidente
antirusso Viktor Jushenko con l’onorificenza di Eroe dell’Ucraina – che l’anno
dopo verrà revocata dal Tar di Donesk, la capitale della Repubblica Popolare di
Donesk per la quale oggi si combatte.
astolfo@antiit.eu
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