L’11 Settembre a Ostia
Un gioiellino dell’autore
di “Fatherland” (Hitler ha vinto la guerra) - che poi sarà il grande narratore,
da superlatinista, di Cicerone in tre volumi e di Pompei - qualche giorno dopo
l’11 Settembre. È l’autunno del 68 a.C, il porto di Ostia, al cuore dell’impero
romano, l’unico del Mediterraneo, viene occupato e bruciato, la fotta consolare
distrutta, due senatori eminenti presi in ostaggio, con i loro addetti e le scorte
armate.
Non è l’unico déja
vu. Gli attaccanti non sono avanguardie o emissari di nessuna potenza
straniera, nessuno oserebbe sfidare Roma in casa. Sono battitori liberi - i frustrati
della terra li dice Harris con le parole di Mommsen, in linguaggio
pre-fanoniano: “I dannati di tutte le nazioni, uno stato piratesco con un peculiare
spirito di corpo”.
Una curiosità e insieme
un ammonimento: il terrorismo non ha posto nella storia, per quanti morti e
distruzioni faccia.
Roobert Harris, Pirates
of the Mediterranean, “The New York Times, free online
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