Secondi pensieri - 484
zeulig
Anticonformismo – O dello
spirito critico. Un valore associato con l’individualismo, e insieme con
l’apertura al diverso e al nuovo, quindi politicamente progressista o di
sinistra. Ma questa si identifica più propriamente col movimento delle masse,
con le masse, oggi come ieri, anche se il concetto di massa è passato dall’indistinto
e innominato a un pulviscolo o agglomerato di non-esistenze, seppure
individualizzate: tutti insieme, dello stesso avviso a pena di scomunica, col
comunismo ieri come con Greta oggi, o il woke, il politicamente
corretto, il postumano. E lo spirito critico conformista?
È una contraddizione, e può spiegare la crisi della politica – dell’antica
funzione della politica, che era, è, pedagogica. Si vede in particolare con la critical
theory americana, che propone una revisione storica radicale, dell’America
non come rifugio e esercizio della libertà, ma di oppressione, degli indiani
prima e poi degli schiavi. Di un anticonformismo radicale. Che si scontra però
con quello ancora incumbent del Mayflower, dei Padri Pellegrini, tutti
più o meno eredi dei dissenter.
Oppure è segno – la contraddizione - che l’anticonformismo è
totalitario, non tollera dissenso. Che sarebbe una contraddizione al quadrato, lo
spirito critico si vuole liberale e libertario.
Fede – Non per sé, anzi come mancanza e come
bisogno, è nel Millennio problema (rifugio: dubitare è già ammettere) di molti
agnostici e atei. Scalfari in Italia che si parla col papa, Woody Allen per
tutti, che con Monda sul “Robinson” si diverte a ribaltare i suoi aforismi negativi
più noti: “Purtroppo… nei momenti più belli sento quello che W.H.Auden ha definito il suono in lontananza di un
tuono durante il picnic. Ma, voglio ribadirlo, non significa che la vita non sia
degna di essere vissuta”. O anche, ricordando un suo sketch di “Io e Annie”,
in cui due vecchiette in casa di riposo si lamentano, una del mangiare che fa
schifo, e l’altra del fatto che lo schifo lo servano “in piccole porzioni”:
“Essenzialmente è così che io guardo alla vita: piena di solitudine, di
miseria, di sofferenza, di infelicità e disgraziatamente dura troppo poco”. Che
a 87 anni si può ritenere non più il gusto del paradosso.
Resta la negazione: “L’esistenza quotidiana è …. un brutto affare
concepito senza il nostro consenso che genera costantemente dolore”. E per
finire la vecchia differenza tra la “religione istituzionale” e “il credo personale,
che non ho ma che rispetto” – “ho conosciuto molte persone che cercano nella
religione qualcosa che dia senso all’esistenza e renda costanti e compiute le
bellissime emozioni che ogni tanto proviamo tutti, ma ci sembrano solo oasi nel
deserto della vita”.
Un “bisogno non razionale” da che cosa viene? Dall’abitudine non si
direbbe, il letterato o artista non lo è in quanto smagato?
Forza – È psichica. “I fisici,
nei loro calcoli pratici, si permettono di non tenere conto della forza infinitesimale
con la quale una pietra attira la Terra, senza negare per questo la legge della
gravitazione universale” – V. Grossman, “Stalingrado”, 2da parte, § 30.
Paranormale - Non solo Conan Doyle,
anche Kipling nello stesso periodo, primissimo Novecento, e nello stesso luogo,
Londra, navigava tra telepatia, medianismo, possessione. La lunga bonaccia
vittoriana si chiudeva con una sorta di positivismo del soprannaturale.
Scienza – È fantasmatica?
Non c’è differenza fra chi, indiani o europei, credeva ai fantasmi e l’uomo
moderno: così l’argomentazione del “filosofo pazzo” Robert Maynard Pirsig, in “Lo
Zen o l’arte della manutenzione della motocicletta”, un romanzo. Il romanzo è
preceduto dall’avvertenza: “Quanto segue si basa su cose accadute… Tuttavia,
non dovrebbe essere correlato in alcun modo con quel grande corpo di precise
informazioni rispondenti alla pratica ortodossa Zen buddista. Non è neanche molto
preciso sulle motociclette”. Ma l’argomentazione non è per ridere, come si
suppone. Pirsig ci credeva, e lo spiega anche, persuasivamente – poiché ha avuto
l’esaurimento nervoso, è stato in clinica psichiatrica, dove è stato curato con
l’elettroshock (“ventotto sedute di elettrodi di annichilazione artificiale”
aveva contato sornione), non gode di credibilità, ma il ragionamento fila:
“L’intelletto dell’uomo moderno non è superiore. I quozienti d’intelligenza non
sono molto diversi. Quegli indiani e uomini medievali erano altrettanto intelligenti
quanto noi, era il contesto dentro il quale pensavano che era differente. In
quel contesto di pensiero, fantasmi e spiriti erano altrettanto reali quanto
atomi, particelle, fotoni e quanti lo sono per l’uomo moderno”.
“Le leggi della fisica
e della logica…il sistema numerico… il principio della sostituzione algebrica.
Questi sono fantasmi. Solo che noi ci crediamo così fortemente che sembrano reali”.
Si può obiettare
che le “leggi” esistono, di fisica o di logica, solo che vanno scoperte,
riconosciute. Ma anche questo è contestabile: “Sembra del tutto naturale
presumere che la gravitazione e la legge di gravitazione esistevano prima di
Isaac Newton… Ma, quando ha cominciato questa legge a operare? è sempre
esistita?.... Prima dell’inizio della terra, prima che il sole e le stelle
fossero formati, prima della primordiale generazione di qualcosa, la lege di gravità
esisteva? Lì seduta, senza massa sua propria, senza energia sua propria, in mente
di nessuno perché non c’era nessuno, non nello spazio perché non c’era lo
spazio, né altrove, questa legge di gravità esisteva?... Se questa legge di gravità
esisteva, onestamente non so che cosa una cosa deve fare per essere nonesistente”….
“Il problema, la
contraddizione con cui gli scienziati si confrontano, è quella della mente.
La mente non ha materia né energia ma essi non possono sfuggire al suo
predominio su qualsiasi cosa facciano. La logica esiste nella mente. Non mi
sconvolge che gli scienziati dicano che i fantasmi esistono nella mente, è il solamente
che mi interessa. Anche la scienza è soltanto nella mente, solo che
questo non la fa cattiva”….
“Le leggi della
natura sono invenzioni umane, come i fantasmi. Le leggi della logica,
della matematica sono anche invenzioni umane, come i fantasmi. L’intera
benedetta cosa è invenzione umana, inclusa l’idea che non è invenzione
umana. Il mondo non ha alcuna esistenza fuori dell’immaginazione umana. È tutto
un fantasma, e nell’antichità era riconosciuto come un fantasma, l’intero
benedetto mondo nel quale viviamo. È condotto da fantasmi. Vediamo quello che vediamo
perché questi fantasmi ce lo mostrano, fantasmi di Mosé e il Cristo e
Budda, e Platone, e Descartes e Rousseau e Jefferson e Lincoln… Il senso comune
è niente più che le voci di migliaia e migliaia di questi fantasmi del
passato…”.
La mente è il tentativo di mettere ordine
al mondo, di controllarlo (dominarlo). Con qualcosa di innaturale. Ma la mente
è “naturale”, è fisiologica - l’uomo è bene pur esso natura. La matematica, la
logica e le leggi della fisica sono quindi anch’esse naturali, seppure si
occupino di mettere ordine al mondo, di dargli un senso. Ma se il mondo non ha natura
spirituale (fantasmatica), è lo spirto che è solo materiale, fisiologia –
reazione nervosa, per quanto accudita e affinata?
Viaggio – È metafora, come si dice, della
vita? Ma allora di una vita molto ananke, di piccole obbligate attività.
Si rinverdisce al ricordo (Goethe dopo una
trentina d’anni) – a condizione che sia
molto selettivo, e bene indirizzato.
zeulig@antiit.eu
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