Si chiude oggi dopo un anno di sedute tv la speciale indagine voluta dalla presidente della Casa dei Rappresentanti Nancy Pelosi sull’assalto al Congresso il 6 gennaio 2021. Affidata a una deputata repubblicana, Liz Cheney, nemica dichiarata di Trump. Figlia del vice di Bush jr nei suoi otto anni di presidenza, e la sua anima nera (“il signore dell’1 per certo” - “Se esiste un per cento di probabilità che qualcosa costituisca una minaccia, gli Stati Uniti sono tenuti a reagire come se la minaccia fosse certa al cento per cento”). Doveva provare il tentato golpe di Trump.
L’indagine si chiude oggi con l’interrogatorio
di Steve Bannon, il tecnico elettorale di destra che contribuì all’elezione di
Trump. Bannon ha accettato di esibirsi sperando di sfuggire così a
un’incriminazione del ministero della Giustizia per essersi rifiutato di
testimoniare in sede penale.
L’unico risultato dell’indagine è la eccitata
testimonianza di un’impiegata ventiduenne della Casa Bianca, Cassidy
Hutchinson, che, invitata a testimoniare, prima ha cercato il sostegno della
destra trumpiana, poi quello dei Democratici, e alla fine ha accusato
Trump di aver provato a partecipare di persona all’assalto, al punto di balzare
in macchina al posto anteriore e tentare di prendere lo sterzo, impedito
dall’autista e dall’agente del Servizio Segreto.
L’autista
– anche lui del Servizio Segreto - e l’agente di scorta hanno negato che sia
successo. E ora il Servizio Segreto è sotto accusa, da parte dei consulenti all’informazione
di Nancy Pelosi, come inaffidabile – si chiama Secret Service ed è una specie
di guardia presidenziale.
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