lunedì 11 luglio 2022

Il malessere mentale, dazio del genio

“Tutto ciò che gli uomini fanno: i loro desideri e timori, nell’ira e nel piacere, gioie, fantasticherie, sono la materia della mia fatica”. Vasto programma, molto oltre la malinconia propriamente detta. Di un pastore anglicano che si firmava Democritus junior.

Non si finisce di spulciare con qualche interesse questo repertorio secentesco del “malessere” mentale. Giocato su molte chiavi: l’anatomopatologia, in chiave medica cioè, combinata con la “fisica” dell’astronomia e dell’astrologia, nonché con i primi rudimenti della psicologia (per i tormenti d’amore soprattutto), con riflessioni sovrammesse, o divagazioni filosofiche, una critica anche, sia politica che religiosa, sui fatti della vita, e con molta ironia, quando non è satira – una cornucopia. Sotto l’ambigua considerazione che il malessere che riduce l’uomo alla condizione animale è anche segno e veicolo della genialità – magari surrettizia, non riconosciuta, forse nemmeno avvertita.

Un’enciclopedia, non un trattato. Da consultazione. L’edizione Bompiani è in originale con traduzione – di Luca Manini. Con introduzioni, note e dotti apparati, di persone e opere, e utili indici, a opera dello stesso Manini, di Amneris Roselli e Yves Hersant.

L’edizione Feltrinelli è la traduzione dell’introduzione di Burton, una sorta di manifesto della sua ricerca. Con un saggio di Starobinski sul tema – Starobinski è ben l’autore del classico contemporaneo in materia, “L’inchiostro della malinconia”, molto drammatico, niente da spartire con la sorridente rassegna  di Burton.

L’edizione Feltrinelli è la vecchia edizione Marsilio, di venticinque anni fa.

Robert Burton, Anatomia della malinconia, Bompiani, pp. 3008, ril, € 65

Feltrinelli, pp. 192 € 9,50

 

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