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La guerra non tocca la Russia - 3
Lo
“yacht di Putin” anche quest’anno non manca al Forte dei Marmi. Ormeggiato al
largo, in bella vista dal Golfo dei Poeti all’Elba. Normalmente all’ombra,
grigio scuro, quasi da flotta navale, quest’anno al sole, luccicoso. Sarà lo
stesso che i servizi segreti gli hanno sequestrato al porto di Carrara, dove
svernava? O è quello che Fabio Genovesi (o chi per lui?) opinava, uno yacht
affittato in pianta stabile l’estate dall’azienda del turismo del Forte,
facendolo chiamare “lo yacht di Putin”?
Di
fatto è che i russi, e gli ucraini, sono tornati al Forte dei Marmi, dopo i
due anni di assenza per la pandemia. Separati, ognuno nelle sue magioni e ai
suoi banchetti – non festeggiano se non con baldoria e grandi spese. Ma a volte
insieme. C’è la signora russa che ha come aiuto in casa una ucraina. La quale
si rifiuta di continuare a lavorare, per protesta contro la donna. Che non si
offende ma obietta, dice “La Nazione”: “Io non sono un Paese”.
Gazprom
non paga il dividendo, e sprofonda in Borsa. In realtà non “si” paga il
dividendo, il flottante essendo irrisori: fa economia di guerra. I risultati
sono i migliori di sempre. Con i prezzi del gas raddoppiati e quasi triplicati.
È
Gazprom che taglia le forniture alla Germania. La Germania ha rinunciato alla secondo
condotta dalla Russia saltando paesi Bartici e Ucraina, il Nord Stream 2, e
Gazprom taglie le forniture del Nord Stream 1. Il Nord Stream è – era – un
progetto per saltare (assicurare le forniture saltando) i paesi Baltici e
l’Ucraina, che la Germania sponsorizzava.
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