I 23 miliardi di reddito di cittadinanza non hanno alleviato la povertà, che anzi è cresciuta, di mezzo milione di nuovi poveri, hanno ridotto il mercato del lavoro, paradossalmente asfittico (sono cresciute di un terzo in tre anni le posizioni lavorative non coperte), e hanno gonfiato il debito pubblico – che ora torna a costare. Il superbonus 110 non ha rilanciato l’edilizia, ha solo moltiplicato la corruzione (come il reddito di cittadinanza, se l’Inps segnala “oltre 160 mila casi” di percezione indebita), e ora col blocco sostanziale della cessione crediti minaccia di portare molti costruttori al fallimento. Resiste la politica delle mancette, con la scusa del covid, 200 euro in busta paga-pensione, 200 per la benzina, eccetera, ma non risolve, rimanda i problemi.
Se la legislatura si chiude dopodomani, sarà fallimentare sotto l’aspetto
economico. Ed è stata governata per una terza parte da un economista,
apprezzato. Niente investimenti sulla produttività, per tenere il Sistema
Italia a galla nella concorrenza internazionale, solo sussidi, che
economicamente sono un dispendio, che ora con i tassi al rialzo bisognerà pagare
caro.
Nessun commento:
Posta un commento