lunedì 11 luglio 2022

La Toscana (non) passa a destra

Sette capoluoghi di provincia su undici, dopo le ultime amministrative, sono ora in Toscana amministrati dalla destra. Restano di sinistra Firenze, Prato, Livorno e, grazie agli ultimi socialisti, Carrara – Livorno e Carrara erano già passate ai 5 Stelle.

Resta di sinistra il presidente della Regione, Eugenio Giani, che viene dal Psi, e ha presieduto tutte le assemblee cittadine, il consiglio comunale e il consiglio regionale, uomo insomma di equilibrio. Ma ha vinto, due anni fa, solo grazie a Firenze, e a residui socialisti sparsi nella Regione - altrove aveva vinto la candidata della destra Ceccardi.

La Toscana è passata a destra? In realtà resta di sinistra in tutti i centri medio-grandi, con popolazione sopra i ventimila abitanti, centri per eccellenza manifatturieri – l’industria in Toscana resta diffusa, piccola e piccolissima. Di questi centri pochissimi sono amministrati dalla destra: Montecatini, Piombino, Pietrasanta. E solo a Pietrasanta per un’opinione stabilizzata moderata, altrove per una scelta punitiva: a Montecatini è stato eletto sindaco un giovane sconosciuto leghista al primo turno, a Piombino, la ex Stalingrado toscana, è stata ed è forte la delusione per la deindustrializzazione – più forte ora per la fabbrica-beffa del gas con cui si vuole occupare il porto, una fabbrica mobile, che porta fumi e scarichi molesti in acqua e nessun beneficio alla città.

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