Giorgia Meloni: “È stato surreale vedere Draghi rientrare dalla riunione con la Nato per parlare con Giuseppe Conte”. In effetti – rientrare precipitosamente, abbandonare.
È
anche surreale Sala, il manager sindaco di Milano, la capitale finanziaria d’Italia,
ex morale, che si affida a Di Maio per fare un partito. A Di Maio?
O
il profugo curdo che diventa (forse) primo ministro della Regina, dopo esserne
stato il ministro del Tesoro? In un governo che deporta i rifugiati che non gli
piacciono in Africa, in una ex colonia? La politica delle sorprese. Da spettacolo.
Mancano i comici, e le ballerine.
E
Draghi, sempre lui, che fa visita a Erdogan, che l’altro ieri ha detto spregiativamente
“un dittatore”, per scambiare pacche, sorrisi, e accordi sulla carta?
Chiara Ferragni e Giorgia
Soler vanno al ristorante in reggiseno: “A forma di fico la moglie di Fedez, in
pizzo la modella\poetessa fidanzata di Damiano dei Maneskin”. Per vendere, le
due sono modelle pubblicitarie – influencer.
Ma è strana la ricorrenza, subito dopo le celebrazioni di Mary Quant, della minigonna
e del no bra, insieme moda e
liberazione del corpo femminile. Ogni
epoca ha la sua liberazione, o la nostra è reazione? Ne ha l’aspetto, è pubblicitaria,
commerciale.
La
gip di Brindisi,la stessa che aveva condannato il regista Haggis ai domiciliari
per violenza sessuale su denuncia della sua ultima partner, una “aspirante
consulente cinematografica” di trent’anni, lo ha liberato dopo tre settimane
perché il rapporto era consensuale. Come si sapeva subito, dai messaggi, dalle
cene insieme, e da altre affettuosità. Basta una denuncia per “avere
giustizia”.
Mattia
Binotto, il team manager della Ferrari in Formula 1, le sbaglia tutte, l’una
dopo l’altra, ognuna peggio della precedente, e se le spiega e le spiega, come
no: sembra che imiti l’imitazione che ne fa Crozza. Senza che nessuno dei suoi
… , alla stesa Ferraio o in casa Agnelli-Elkann gli dica qualcosa. Un grande
capitalismo per ridere?
Salta
il “vertice” Draghi-Conte per la tragedia alla Marmolada. Era un incontro così,
come se ne fanno tanti, un riempitivo, due chiacchiere e un caffè. Da cui
dipende il governo del paese. Povero governo, e povero Paese.
Non
si vola più, cioè si vola ma non si sa se, quando, e con chi, con quale
compagnia – anche le destinazioni variano, seppure di poco. Le compagnie aeree
low cost non trovano personale. Non lo pagano e quindi non lo trovano. Potrebbe
essere la prova generale del crollo della fanteconomia di mercato, basata sullo
sfruttamento. La globalizzazione, che pure ha portato all’affluenza miliardi di
persone, ne ha impoveriti altrettanti. Una curiosa storia, quando si farà.
Un
terzo dei voli cancellati sono cinesi. In Cina si può, il mercato essendo di
Stato, occhiuto: basta avere gli agganci giusti, che milioni di persone abbiano
pagato il viaggio e non possano farlo non conta. Ma, e se le cancellazioni
fossero anche in Cina perché non si trova più personale? Questa sarebbe una
vera rivoluzione.
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