sabato 2 luglio 2022

Pasolini paroliere

Pasolini chansonnier e musicofilo. Filato e preciso Pantalei apre un nuovo filone di lettura di Pasolini, per un aspetto da lui molto curato ma trascurato dalla critica – se non per la scelta delle musiche da film, di solito Bach. Per il nutrito canzoniere da lui scritto per Laura Betti, Gabriella Ferri e Domenico Modugno, e altri reperti, in costanza di tempo. Pantalei anticipi i risultati di uno studio che sta portando a conclusione per un dottorato a Cambridge, dove prova a collocare la ventina di canzonette scritte da Pasolini all’interno dell’opera poetica, integrandole con quella che chiama “la produzione maggiore”.
Pasolini era “dottissimo anche musicalmente”, avendo studiato violino e pianoforte da ragazzo, privatamente e al ginnasio di Reggio Emilia. Si sa della cura con cui sceglieva le musiche da film. Ma già l’Academiuta di lenga furlana, che è la sua prima avventura poetica, lo vide esercitarsi in vilote, nota Pantalei, “componimenti poetico-musicali popolari d’origine veneta affini al primo Lied tedesco e alla vilanella”. Coadiuvato da una musicista professionale, l’amica violinista Pina Kalz.
Grande sarebe stata l’influenza di Pasolini sui cantautori degli anni 1970, in Italia e fuori: De André, De Gregori, Endrigo, Baglioni, Patti Smith, Scott Walker e Morrissey degli Smiths, tanti sarebbero in debito con lui. Due composizioni, “I ragazzi giù nel campo” e “C’è forse vita sulla terra?”,  riadattate da Dacia Maraini, musicate dal premio Oscar Manos Hadjidakis, sono parte della colonna sonora di “Sweet movie”, 1974, un film di Dusan Makavejev. 
Giulio Pantalei,
Pier Paolo Pasolini paroliere. L’epica in forma di rock, “Il Giornale”, free online

 

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