venerdì 29 luglio 2022

Quando la Finlandia era felice in Russia

Un incontro di solitudini, vuote, incerte. Col rifiuto, la curiosità, l’abitudine, la complicità, la gelosia, il distacco, il ritrovamento, per due esistenze smarrite che infine si sostengono. Dentro lo scompartimento soffocante di un interminabile treno russo – di quelli che fanno anche lunghe soste, per ogni possibile diversivo. E nella Russia grigia e gelata attorno a Murmansk, il grande porto carbonifero nel circolo polare. Un’ambientazione che da sola fa le storie soggettive.
Kuosmanen è già un maestro riconosciuto di atmosfere, ed è stato per questo film premiato dalla giuria a Cannes. Ma la cosa che più attrae del film, presentato a Cannes nel 2021, è che lei è una finlandese archeologa o interessata di archeologia, che è stata lasciata dalla sua innamorata sprezzante e va nella remota Murmansk per vedere i petròglifi, e lui è un minatore russo. Che il cattivo è un finlandese, un bohémien ladro, uno che disprezza i russi. Che il film è parlato in russo. E Kuosmanen fa della Russia più brutta e povera un capolavoro d’arte. Prima che Finlandia e Russia diventassero, di nuovo, nemiche, acerbe, giusto pochi mesi prima.
Juho Kuosmanen, Scompartimento n. 6 – in viaggio con il destino, Sky Cinema

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