Quando la Finlandia era felice in Russia
Un incontro di
solitudini, vuote, incerte. Col rifiuto, la curiosità, l’abitudine, la complicità,
la gelosia, il distacco, il ritrovamento, per due esistenze smarrite che infine si sostengono. Dentro lo scompartimento soffocante di un interminabile treno russo – di quelli
che fanno anche lunghe soste, per ogni possibile diversivo. E nella Russia
grigia e gelata attorno a Murmansk, il grande porto carbonifero nel circolo polare. Un’ambientazione che da
sola fa le storie soggettive.
Kuosmanen è già un
maestro riconosciuto di atmosfere, ed è stato per questo film premiato dalla giuria
a Cannes. Ma la cosa che più attrae del film, presentato a Cannes nel 2021, è
che lei è una finlandese archeologa o interessata di archeologia, che è stata lasciata dalla sua innamorata sprezzante e va nella remota Murmansk per vedere i petròglifi, e lui è
un minatore russo. Che il cattivo è un finlandese, un bohémien ladro, uno che disprezza i russi.
Che il film è parlato in russo. E Kuosmanen fa della Russia più brutta e povera
un capolavoro d’arte. Prima che Finlandia e Russia diventassero, di nuovo,
nemiche, acerbe, giusto pochi mesi prima.
Juho Kuosmanen, Scompartimento
n. 6 – in viaggio con il destino, Sky Cinema
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