Quando De Mita fece dimettere cinque ministri contro Andreotti, Andreotti pressato da Craxi li sostituì e non chiese nemmeno la fiducia. Era il 1990 e De Mita, su suggerimento di Scalfari, cioè di De Benedetti, ritirò i suoi contro la legge Mammì che regolava la tv privata (Berlusconi), cioè la legalizzava. Giovedì, se Conte ritira i suoi ministri, Draghi li sostituirà con 5 Stelle fedeli a Di Maio? Sarà difficile.
I
precedenti sono 2-1 a favore della continuità. Nel 1993 il governo Ciampi andò
avanti benché si fossero dimessi i ministri Pds – con Craxi di nuovo nel mezzo.
Gli ex Pci si dimisero per protesta contro il voto della Camera che negava alla
Procura di Milano l’autorizzazione a procedere contro il leader socialista. Il
governo aveva già giurato, ma non gli era stata ancora votata la fiducia.
Ciampi sostituì i dimissionari e poi ottenne lo stesso la fiducia. È andata
male invece a Letta, quando si sono dimessi i cinque ministri di Berlusconi.
Fra
i cinque di De Mita contro Berlusconi c’era anche Sergio Mattarella, ministro
della Pubblica Istruzione. Con altri due meridionali, il calabrese Misasi e il
siciliano Mannino, e due esponenti della sinistra Dc, Martinazzoli e Fracanzani.
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