S’impone l’uso del pos per i pagamenti per arricchire le banche – pagare con la carte non ha nulla a che vedere con l’antiriciclaggio. Ma le banche non fanno nulla contro la clonazione. Non c’è carta di credito esente dalla clonazione, prima o poi, per pochi euro, o per centinaia. Irrecuperabili dall’utente se non al prezzo, in pratica, di un processo – poco meno: annullamento della carta, attesa di una nuova carta, denuncia ai Carabinieri o alla Polizia (ore), invii vari di documenti, registrati, con protocolli, etc. Per, forse, avere il rimborso – in genere no.
Perché l’emittente, o il circuito cui la banca si appoggia, non sarebbe responsabile della clonazione? È un suo difetto (di sicurezza) e un suo problema: la clonazione si è diffusa con la strisciata della carta invece del pin. Facile no? E assurdo: perché favorire i ladri, facendo passare il favore per una novità tecnica?
Si faccia una denuncia per clonazione, non succederà nulla: provare per credere. Responsabile non è il terminale pos presso cui il furto è stato praticato, il responsabile resterà anonimo. Basta che il furbo del terminale non lo utilizzi spesso, oppure cambi pos e linea. Ma il vostro non dovuto è stato pagato al terminale non anonimo.
Il governo che ha imposto l’uso
del pos (l’eterno Draghi delle banche), le autorità, monetarie, fiscali, di
controllo che non reagiscono, si può ben dire che hanno attivato la facile,
impunita clonazione. Questo non succede neanche in Nigeria, patria delle truffe
telematiche. Le banche sono talmente forti da imporci anche il furto?
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