Il partito Repubblicano fa polemica sull’uso politico dell’Fbi, dopo la prequisizione in massa della residenza di Trump in Florida. Dell’Fbi come di ogni altra agenzia di polizia governativa, e specialmente dell’Irs, la Guardia di Finanza (civile) americana.
Polemizza non solo l’ala
trumpiana del partito, anzi: la polemica è stata sollevata dal probabile futuro
antagonista di Trump per la candidatura a presidente, il governatore della
Florida DeSantis.
Non si dice, perché gli Stati Uniti
sono uno Stato di diritto, ma l’Fbi è sempre
stato una polizia politica. Per i molti decenni di gestione del suo fondatore,
Edgar Hoover, fino alla sua morte, nel 1972 (a capo dell’Fbi sotto otto presidenti,
da Coolidge a Nixon), e dopo. Con le indagini fatte, anche pretestuose, oppure
evitate anche se necessarie.
Da ultimo l’Fbi si muove “a sinistra”: ha salvato dalle indagini Clinton prima, poi Hillary Clinton, e il figlio del presidente Hunter Biden, e ha terremotato Trump in continuazione, col Russiagate prima, poi con la “frode” fiscale, “accertata” con indiscrezioni ai giornali prima delle indagini, e ora con la perquisizione. Il Russiagate era la fabbricazione di una spia inglese, commissionata e pagata dalla campagna elettorale di Hillary Clinton.
La storia vede invece l’Fbi come
una polizia politica di destra, anche di estrema destra, fino agli anni della
presidenza Carter, 1976-1980 - montò vari scandali a carico di un fratello e
altri familiari del presidente. Una polizia attiva e capace contro le mafie
della costa Est, quella irlandese e quella italiana, ma soprattutto impegnata contro
ogni forma di dissidenza – allora inevitabilmente di sinistra.
Fu l’Fbi a preparare i dossier
per la carcerazione senza processo e senza condanna di numerose personalità della
cultura nei primi anni 1950, centinaia di personaggi, da Chaplin in giù. E
fino al 1965 dispose dossier a carico di Martin Luther King, che non protesse malgrado
le minacce - fino al suo assassinio (che si giunse a poterglielo imputare). Nei
tardi anni 1960 demonizzò i movimenti di protesta, bianchi e neri. Sempre ha
spiato i politici a fini di ricatto, per le abitudini censurabili moralmente,
secondo l’etica cosiddetta puritana, comunque inattaccabile, fatti di sesso o
di alcol – fatti o chiacchiere in eguale misura. Non protesse Kennedy ed evitò
di indagare realmente sul suo assassinio – dopo che in intruso qualsiasi, Jack
Ruby, era stato lasciato libero di uccidere, nel posto di polizia, l’assassino
di Kennedy, due giorni dopo.
L’Fbi è una polizia politica. Forse incorruttibile, il controllo interno è acuto, acuto essendo il carrierismo, sicuramente politicizzata. Che però è la corruzione peggiore.
È un fatto che la più grande democrazia ha la più grande e invasiva polizia politica.
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