Il marchese de Custine si avviò alla carriera letteraria, ventenne, con alcune “Lettere dalla Calabria”, e la concluse con le più famose “Lettere dalla Russia” – tuttora utili da leggere. Nel mezzo avendo acquisito fama dubbia, e grevi commenti, per essere stato picchiato mezzo morto nella zona losca di Saint-Denis a Parigi da un gruppo di soldati cui aveva fatto profferte sessuali. Autore di romanzi mediocri: “Aloys”, un adombramento dell’“eroe” gay, i Cenci in varie salse, una storia e un dramma, “Romuald”, etc.. Ma sempre parte del bel giro intellettuale europeo a partire dalla Restaurazione, a Parigi e a Berlino, corrispondente di Stendhal e di madame Récamier, e in particolare amicizia con Rahel Levin Varnhagen, che a Berlino addensava tutta la cultura tedesca. Un personaggio.
E
con lui i suoi cari, la madre soprattutto. Giunse in Calabria in un lungo
viaggio da Parigi alla Svizzera, e poi in Italia, con la madre marchesa de
Custine, già nota in tutta Europa come amante di Chateaubriand. Col secondo
amante della stessa in funzione di istitutore, un medico tedesco poco più che
ventenne, David Koreff – che al ritorno andrà in cattedra a Berlino, studioso
di malaria e tarantismo.
Rubino
ne studia in particolare, con documenti inediti, soprattutto lettere, il
viaggio in Italia, il dramma “Béatrix Cenci”, il “problema stendhaliano”
“Histoire de la famille Cinci” (sic), la corrispondenza con madame Récamier e
madame Leonormant (consorte di un altro viaggiatore del Sud), la sua
speciale dromomania (scrisse molto anche
della Spagna), o “psicologia del viaggio”, e l’apprezzamento dei suoi
contemporanei.
Anna
Maria Rubino, Alla ricerca di Astolphe
de Custine, Edizioni di Storia e Letteratura, vintage, Firenze Libri, pp.
176 € 4
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