La “Nyrb” celebra Svevo mettendo in rete due saggi di vent’anni fa.
Rich
analizza l’ultimo romanzo di Svevo (incompiuto),”Le confessioni di un vegliardo”
(“A very Old Man”, nella traduzione di Frederika Randall) - presentato come una
raccolta di racconti, “cinque racconti collegati, parti del romanzo
incompiuto...” Avvicinandolo al suo primo romanzo di successo, “La coscienza di
Zeno”, e al contemporaneo Proust, per “l’ironia corrosiva (dark irony), l’introspezione auto-flagellante, l’ossessività
maniacale, e l’impenitente perversità morale”.
Coetzee,
recensendo la traduzione dei primi suoi tre romanzi, “Una vita”, “Senilità” e
“La coscienza di Zeno”, individua la chiave rappresentativa e narrativa di
Svevo nel suo stesso concetto di inadeguatezza: “Il nostro senso di non essere
a casa nel mondo, suggerisce Svevo, risulta da una certa non finitezza nella
nostra evoluzione. Per sfuggire a questo stato malinconico, alcuni si adattano
più o meno con successo all’ambiente. Altri preferiscono non adattarsi”. Gli
“inadatti” possono sembrare reietti, “ma paradossalmente possono essere meglio equipaggiati
per qualsiasi cosa l’imprevedibile futuro apporterà”.
Nat
Rich, The Italian Proust, “The New
York Review of Books”, free online
J.M.Coetzee,
The Genius of Trieste, Ib.
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