C’è una squadra blasonata che da quattro anni, o cinque, non è una squadra – parliamo di calcio. Pur pagando ingaggi stratosferici, di gran lunga i più pesanti della serie A. Non è un collettivo, non ha schemi o moduli di gioco, corre anche poco, e se vince è per caso, per una “prodezza” individuale. E spegne i campioni che compra, Ronaldo come Vlahovic, Bernardeschi come Chiesa.
Sono cambiati tutti nei quattro, o cinque, anni in
questa squadra: i calciatori, gli allenatori, i preparatori. Eccetto la
gestione – la proprietà, che nomina la gestione, e anzi si gloria di possedere
la Juventus da cento anni. È cioè un’azienda che non funziona. Le squadre prima
o poi un assetto se lo danno, una personalità, buona o meno buona, un’azienda
che non funziona è solo un fallimento.
L’azienda Juventus non fallisce perché ha padroni
che ci spendono molto, avendo molto da spendere. Ma tecnicamente è fallita,
spendendo molto di più di quanto incassa, ormai da quattro, o cinque, anni.
C’erano una volta le bare fiscali: si tenevano in
vita, in perdita, delle attività marginali per poterle detrarre dalle
tasse dovute col business buono. Ci sono ancora? In che forma?
Questo è vero nell’insieme, e nello specifico – allenatori,
ruoli, giocatori fuori ruolo, eccetera, e cattiva gestione. Che ha molti risvolti., la gestione. Questa Juventus per
esempio non può fare squadra, quale che sia l’allenatore, perché ogni settimana
ha infortuni. Sono cominciati da quando gli allenamenti sono stati trasferiti
dal centro sportivo Vinovo al centro sportivo Continassa, quattro anni, o
cinque, di sofferenze. Tomaselli calcola sul “Corriere della sera” 84 partite
saltate l’anno scorso per problemi muscolari, e già sette quest’anno prima
ancora che cominciasse il campionato: “Considerati gli ultimi quattro
campionati (con Allegri, Sarri, Pirlo, Allegri), i giocatori della Juve hanno
saltato nel complesso 158, 160, 105 e 168 gare (comprese le assenze per covid):
di queste, per problemi muscolari, 65, 66, 52 e 84”. Come non detto.
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