Esseri sovrumani nelle grotte scavate dagli antichi Romani nel fianco delle “fantastiche colline calcaree” del Derbyshire Nord-Occidentale? Un treno che sparisce? Niente che il padre di Sherlock Holmes non possa permettersi, sempre agile e rapido, e persuasivo, volendosi liberare del suo personaggio eponimo. Con un pizzico sempre di ironia, e specialmente nei tradimenti familiari, che ricorrono spesso, per l’eredità, tra gemelli, tra marito e moglie, e amanti.
Conan Doyle si diverte e diverte. Un tradimento d’amore, che si svolge a danno dei traditori, si dispiega con l’aiuto del burka, allora yashmak. La tortura dell’acqua in un imbuto al mercatino. La “psicologia dei sogni”, in parallelo con Freud, da Alberto Magno in qua. Il culmine, fuori serie, sogno?, visione?, magia?, è il giallo del revisore dei conti (“anche la vita di un contabile può essere drammatica”), tra partite doppie al tavolo e lo specchio antico sul comò, che dispensa storie prodigiose – futura mastercard, quasi un archetipo, di Borges: “Lo specchio nella sua cornice d’argento è una specie di palcoscenico meravigliosamente illuminato…”. Dei thriller in realtà, senza Sherlock Holmes.
Tradotto
e introdotto da Maria Grazia Celona.
Arthur
Conan Doyle, Racconti del terrore e del
mistero, Solino’s, pp. 128 € 6,90
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