Si scorre come una nenia, la laudatio del defunto nella tarda romanità. Certo, l’Occidente è diritto, democrazia, tecnica, capitale. Ma queste non sono armi, non sono nuove (sono della romanità, repubblicana e imperiale) e non sono esclusive. Oggi meno che mai, con la globalizzazione.
Questo
di Schiavone è un saggio politico, ma sembra una breve storia, di cose antiche.
S’intende Occidente, e Schiavone lo sottintende molto chiaramente, come altro,
guida e controllo, se non dominio, di Europa e Stati Uniti sul resto del mondo.
E questo con la globalizzazione, che gli
Stati Uniti hanno elaborato e imposto, più non è vero.
La
globalizzazione ha cambiato la carte. È stata una strategia commerciale: sfruttare
il lavoro a buon mercato dell’Asia. Ma era anche un atto politico dovuto,
l’apertura del commercio al mondo intero. E in pochi anni ha riequilibrato
secoli di storia, senza armi, con la tecnica e col commercio (la vecchia
dottrina di Benjamin Constant): ora tutti sanno fare tutto, tutti hanno un
reddito minimo accettabile, e quindi non ci sono più primazie. Che non sono più
tecniche, non sono più economiche, e quindi non sono nemmeno culturali. Anche
perché, la democrazia cos’è, un Palamento eletto, da non si sa chi, a favore di
non si sa chi (la rappresentanza è problema irrisolto da qualche secolo ormai)?
I capitali non sono più scarsi, il problema è di rifiutarli - sceglierli. La tecnologia
non è più esclusiva, trent’anni ne hanno cambiato il pattern, lo schema: le licenze sono state fertili non più solo di
sfruttamento, miriadi di studenti futuri ricercatori hanno invaso l’America,
compresa la figlia del temibile presidente Xi, e l’Europa, molta innovazione,
molti primati, sono asiatici, indiani, coreani, giapponesi, cinesi. La filosofia
non c’è più per l’universo mondo, e nemmeno per l’Occidente, semplicemente non c'è, o la religione, altre
esperienze parlano altrettanto bene e anche di più.
Si
inaugura così, con trionfalismo ormai vuoto, a meno che non si legga come trenodia,
una collana “Faustiana. Il destino dell’Occidente”, una collana in sei volumi,
che lo stesso Schiavone ha ideato. L’Europa è una storia semplice: ha avuto col
Rinascimento la riscoperta di Roma (la Roma certo grecizzata), poi l’illuminismo
con l’idea di democrazia, e la rivoluzione industriale col vapore, che nell’Otto-Novecento
la hanno dato un primato industriale, e culturale (politico). Ma poi?
Sono
anche pochi gli interessi convergenti di Stati Uniti e Europa nell’Occidente
residuo di oggi– come gli Stati Uniti stano cercando di spiegare da un quarto
di secolo a questa parte, dai tempi di Clinton. Forse solo il bisogno europeo, o ansia,
di difesa militare - da che? dalla solita Russia, lo schema delle favole, della
vergine e l’orso, o della confrontation da
guerra fredda. Con un ombrello americano, peraltro, sempre più sghembo: la
risposta “occidentale” contro la Russia in Ucraina è tutta a carico dell’Europa,
salvo per le forniture militari a Kiev, utili a rinnovare gli arsenali obsoleti.
Usava
dire dell’Oriente fantastico, che l’Occidente s’inventava. Ma l’Occidente tende
anche a inventare se stesso. Basta contentarsi, se non altro un nuovo campo
è aperto alla narratologia, dell’Occidente fantastico?
Aldo
Schiavone, L’Occidente e la nascita di una
civiltà planetaria, Il Mulino, pp. 184 € 15
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