Impressionante anticipazione dell’immigrazione degli ultimi trent’anni, attraverso il Mediterraneo, in una poesia intitolata per di più “Profezia”, probabilmente del 1962. Pasolini profetizza torme di “asiatici” che sbarcano a Crotone e Palmi, da “navi a vela e a remi”, “migliaia di uomini\ coi corpicini e gli occhi\ di poveri cani dei padri\ sulle barche varate nel Regno della Fame”. E “da Crotone e Palmi saliranno\ a Napoli, e da lì a Barcellona,\ a Salonicco e a Marsiglia,\ nelle città della Malavita”.
Ma
tutto il poemetto è una veridica profezia, nei minuti particolari. “Profezia” è
inclusa nella raccolta del 1964, “Poesia in forma di rosa”, e presto cambiata
di titolo. Dedicata a Ninetto Davoli, all’incontro fulminante appena avvenuto
col ragazzo che sarà l’unico “amato” di Pasolini, e ribattezzata col titolo
attuale. In omaggio, dice la dedica, a Sartre, che gliene aveva raccontato la
storia, la storia di Alì dagli occhi azzurri.
Pier
Paolo Pasolini, Alì dagli occhi azzurri,
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