Resta confinata a una lettera al direttore oggi sul “Corriere della sera” la verità della crisi del debito che dieci anni fa minacciò l’Italia, e da allora l’attanaglia – lo spread Btp sul Bund tedesco era quindici anni fa attorno ai 30-40 punti, è salito nel 2012 a 550, è ora sui 200-250, grossa differenza di costo, incolmabile.
In polemica con Cottarelli, l’uomo di tutte le provvidenze, l’allora ministro del Tesoro
Tremonti scrive, en passant, che la
famosa lettera di richiamo della Bce del 5 agosto 2011, Ferragosto di fuoco, dei
presidenti Trichet e Draghi, presidente uscente e presidente entrante, contraddiceva
“volgarmente i giudizi appena espressi dal Consiglio europeo” sui bilanci
italiani, e chiedeva brutale, all’istante: “due modifiche della costituzione,
una riforma pensionistica (che la Francia dieci anno dopo stenta a fare,
n.d.r.), una riforma dello Statuto dei lavoratori, e tra l’altro l’anticipo
del pareggio di bilancio”, previsto dal governo italiano per il 2014 e in
questa scadenza appena elogiato dallo steso Draghi in qualità di governatore
della Banca d’Italia, nove settimane prima, a fine maggio dello stesso 2011.
Cosa non si fa per una poltrona? A quali condizioni
Draghi è diventato all’improvviso presidente della Bce – le “carriere
estemporanee” che Tremonti maligno sottolinea? Mentre il governo tedesco, si
può aggiungere, lasciava cadere il suo candidato, e candidato unico, il presidente
della Bundesbank Axel Weber.
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