L’uragano “Fiona” domenica sul Portorico ha stimolato una serie di critiche al governo federale americano, e riacceso le polemiche indipendentiste. Anche fa personalità e comunità insediate in America, sul continente, grazie al legame speciale del Portorico con gli Stati Uniti.
Un precedente uragano cinque anni fa, più
devastante, “Marìa”, non sarebbe stato affrontato adeguatamente dal governo
federale: le distruzioni sarebbero ancora visibili, e nessun piano di
salvaguardia è stato approntato.
A quattro giorni dall’uragano, il milione
e mezzo di portoricani rimasti senza acqua e senza elettricità continuano a non
averle. L’arcipelago lamenta anche la disattenzione post-evento degli Stati
Uniti: nessun intervento specifico è stato realizzato. Nemmeno la distribuzione
degli aiuti – suministros – decisi a Washington dopo l’uragano del 2017.
E ogni decisione del governo locale verrebbe bloccata dalla junta, il
Fiscal Control Board federale.
Portorico ha uno statuto ibrido. Non è
uno Stato americano. E non è una colonia. È un commonwealth, una
comunità, una “repubblica”. Hanno denominazione di commonwealth negli
Stati Uniti, denominazione storica anteriore all’indipendenza, quattro stati:
Kentucky, Massachusetts, Virginia, Pennsylvania. Il consiglio comunale di Washington,
D.C., propone di chiamarsi Douglass Commonwealth, se la capitale verrà eletta a
stato, come richiesto dal referendum del 2016 (per mantenere le iniziali, D
.C.). Due territori sono stati organizzati come entità autonome, e uno
di questi è, dal 1952, Portorico – l’altro sono le isole Marianne del Nord,
1978.
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