La popolazione americana è aumentata al censimento del 2020 di 22,7 milioni in dieci anni. I bianchi sono diminuiti di cinque milioni (5,1). Di altrettanto (5,2 milioni) sono aumentati gli asiatici. I latino o ispanici sono aumentati di 11,6 milioni. I neri di 2,3 milioni.
La legge demoscopica, in vigore dal 1977,
richiede anzitutto l’identificazione in una “etnia”. In pratica di dichiararsi latino
o ispanico, oppure no. In questo secondo caso bisogna procedere a dichiarare
la razza: asiatico/pacifico, indiano americano/nativo alaskano, nero,
bianco. A partire dal 2000 si può fare una scelta plurima, 2+ races.
Nel primo censimento dopo la legge, 2010, la scelta plurima è stata larga – la prima
analisi conclusiva riguarda i dichiaranti latino, il 15 per cento dei
quali si è detto anche bianco. Dei non ispanici solo questo dato
è disponibile: si sono dichiarati di due o più razze sei milioni nel 2010 (l’1,9
per cento della popolazione), e 13,5 milioni nel 2020 (il 4,1).
La popolazione che si identifica bianca
è diminuita per la prima volta. Nel
decennio precedente era aumentata di 2,3 milioni. Il calo al 2020 è generalizzato:
in 33 dei 50 stati, in 61 delle 199 maggiori aree metropolitane, in 196 delle
319 città con più di 100 mila abitanti, in 2.458 delle 3.100 contee.
In proporzione alla popolazione totale, invece,
il calo era in atto da inizio secolo. Era il 68 per cento nel 2000, il 64 per
cento nel 2010, è ora al 58 per cento. Per effetto delle grandi immigrazioni
sotto le presidenze Bush jr. e Obama. Ma anche del calo delle nascite – più
incisivo è il calo dei bianchi fra i minori di 18 anni, ora al 47 per cento.
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