L’editore ripropone la trilogia presentata da Luigi Bernardi venti anni fa, le tre opere del concorrente di Simenon impegnate e “nere” nel senso proprio della parola, senza luce. Tre romanzi disgiunti, non legati tra di loro, che tuttavia compongono una trilogia dei senza speranza, dei vinti della vita.
Sempre
in gara con Simenon, Malet ha provato a tirarsi fuori anche lui dal successo
del suo “risolutore” Nestor Burma, concorrente fortunato di Maigret in una
trentina di “inchieste”, sperimentando i “romanzi duri”. Politicamente
sensibile, “impegnato” a differenza di Simenon, si schierò con i perdenti,
senza rimedio, con questi tre romanzi: “La vita è uno schifo” (1948), “Il sole
non è per noi” (1949) e “Nodo alle budella” - “scritto a ruota”, spiega
Bernardi, degli altri due ma “rimasto nel cassetto per ben ventidue anni” (venti
per l’esattezza, 1969).
“La
vita è uno schifo” è di un ladro e un assassino che ruba e uccide anche per
cause nobili, e anche s’innamora, e sebbene vada dall’analista è condannato, si
condanna, a un lungo suicidio. Il secondo romanzo è predatato, 1926, “l’epoca
della gioia di vivere”, ma non per il protagonista, un ragazzo condannato alla
perdizione, come usava dire. Il terzo, “Nodo alle budella”, è l’inferno dei deboli
o reietti, non ci sono buoni propositi che tengano.
Tre
romanzi d’azione, ma senza l’eroe – i protagonisti sono vittime della “vita”. Un
po’ a tesi. Forti se uno si lascia prendere, Ma un po’ predicatori.
Malet,
da surrealista anni 1930, cioè comunista quasi anarchico, è finito simpatizzante
di Le Pen.
Léo
Malet, Trilogia nera, Fazi, pp. 539
€ 19,50
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