Tremonti non demorde, l’ex ministro del Tesoro di Berlusconi, già consulente di Craxi, candidato al Senato con Meloni e al ritorno al governo, in ogni spiraglio della sua campagna elettorale infila il telegramma di precisazione che inviò a “Report” (Rai 3) il 2 febbraio. Alla trasmissione che aveva evocato la crisi del debito del 2011, dando, come è d’obbligo nei media, la colpa al governo e i meriti a Draghi, presidente entrante della Bce:
“Nelle ‘Considerazioni
finali’ dette il 31 maggio 2011 dal Governatore Draghi era scritto: «In Italia
il disavanzo pubblico (...) è inferiore a quello medio dell’area euro ...
Appropriati sono l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2014... Grazie ad una
prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto, è
minore che in altri Paesi avanzati». A Bruxelles e sulla stampa internazionale
l’apprezzamento fu vasto. Da Francoforte si titolava: «Merkel: la manovra
italiana va bene». Si spiega altrimenti ciò che è venuto dopo, con la ‘Lettera
Trichet-Draghi’ del 5 agosto, quello che autorevolmente (Habermas) fu definito
come «un dolce colpo di Stato» ... per la verità non proprio dolce!”
Jürgen Habermas è
rispettato sociologo e politologo tedesco – wikipedia lo pone “tra i
principali esponenti della Scuola di Francoforte”.
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