Con i successi d’annata, dei buoni vecchi tempi, e un po’ di Brasile per finire, in duo, nel mezzo tanto jazz, tanta classica, e qualche verità semplice – ieri, in poche e precise parole, il concetto di empatia: il contatto che si stabiliva in antico tra attori e pubblico alle tragedie greche. Il tutto in venti-venticinque minuti. Niente in confronto alle serate interminabili dedicate dalle tv alle canzoni, che però lascia il segno, è musica vera.
Ogni sera
sorprese, sempre rinnovate, in questo mini-show – minimo anche lo studio – ora
al secondo anno. Ieri sera Sollima e Brunello in duo, violoncellisti scatenati,
in due pezzi di grande difficoltà tecnica, e le improvvisazioni e i contrasti
dei cantastorie toscani, che il pianista ha tirato fuori dal cilindro della sua
vita fiorentina. Bravo anche negli stornelli: Bollani è un performer
strepitoso, forte della maestria pianistica, talmente versatile da sembrare connaturata
– non ha cinquant’anni ma ha cinquanta album, da solista (una quindicina con
Enrico Rava). E una capacità strepitosa di far partecipare lo spettatore alla tecnica musicale - era un mondo fa che Rai 3, allora radio colta, aveva un maestro analogo, in Roman Vlad.
Stefano Bollani-Valentina Cenni, Via dei matti numero zero, Rai
3, RaiPlay
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