Il Monte dei Paschi, appena scartato come opzione non conveniente da Unicredit, marcia trionfale verso l’aumento di capitale che aveva spaventato Unicredit: salti in Borsa da 10 e 20 percento. Anche se il titolo è il centesimo di quanto valeva (è costato) con l’ultimo aumento. Perché questo è il quarto aumento miliardario del Monte dei Paschi in una dozzina d’anni, per un totale di 15 miliardi. Tutti, come questo, analizzati e garantiti dalle migliori banche, d’affari. I primi dodici o tredici miliardi sono già finiti in fumo.
“Stipendi più alti al Nord”. Ovvio, il reddito medio in Lombardia è il doppio di gran parte del Meridione. Ma non vale: bisognerebbe introdurre delle “ragioni di scambio” regionali, come quella che usano – usavano – per “pesare” le monete e le bilance dei pagamenti internazionali. Perché nel “molto Sud” sotto la metà del reddito medio lombardo, quel poco “vale” (compra) di più – anche molto di più, a partire dalla casa.
“Al Settentrione salari medi
iniziali superiori del 10 per cento sul Meridione e del 2 per cento sul Centro”,
è la considerazione succedanea de “L’Economia”, il settimanale del “Corriere della
sera”. E si capisce che nessun infermiere o medico, e pochi ingegneri del Sud,
vanno al Nord, per non dire degli insegnanti: perché con quel 10 per cento in
più sarebbero poveri, mentre al paese, col 10 per cento in meno, sono ricchi.
“Il Var non aveva a disposizione il Var”: la giustificazione dell’Associazione arbitri su un gol annullato in Juventus-Salernitana per fuorigioco accertato in campo ristretto, non allargato a tutta la linea di campo, anzitutto è ridicolo: tanti arbitri, in campo e al Var, non sanno che bisogna esaminare tutta la linea di campo, invece di guadare a due o tre calciatori? Ma gli arbitri, si sa, non sono giocondi - Pairetto su tutti, che a Lecce doveva far vincere il Monza. Il fatto nuovo è che finalmente si spiega che la “tecnologia” è trombonaggine: per dare più potere agli arbitri, e più chiacchiere ai media. Il Var non elimina gli errori, anzi li moltiplica (fuorigioco perché la punta del piede non è in linea…) e ha snaturato il calcio. Che è velocità: il fermo immagine è una scemenza – a parte il fatto che un operatore di media capacità sa come “crearlo”. Le partite durano 100 e 110 minuti, invece che 90. La tensione agonistica si spende nel leguleismo.
Aspesi
si deve difendere, sul “Venerdì di Repubblica”, dal non avere escluso Matteo
Renzi come possibile beneficiario del suo voto: “Qualche caro amico mi ha tolto
il saluto per la mia dichiarazione”. E ricorda che tanti fanno affario con
l’Arabia, “solo Renzi è colpevole?”. Dice anche che l’Arabia Saudita è “un
Paese assassino”, con qualche approssimazione. Lo stesso settimanale segue con
un servizio illustrato sulla “città del futuro” che l’Arabia sta realizzando
sul Mar Rosso, con i più accreditati architetti del mondo.
Il costituzionalista professor Ceccanti, da sempre teorico e sostenitore politico, insieme col presidente della Corte Costituzionale Amato, del semipresidenzialismo, che propose anche come parlamentare con un disegno di legge, lo dice oggi non necessario. Oggi che si potrebbe fare perché anche una parte della destra ne è convinta, Fratelli d’Italia. Con la quale solamente, del resto, si può modificare la Costituzione. È sempre il tradimento dei “tecnici” – dei “chierici” di Benda, quelli che vogliono tutto e il contrario.
Con metà dei passaggi e poco più della metà del possesso palla, il Napoli fa quattro gol al Liverpool, supercampione britannico, di introiti e di vittorie, del superallenaore Klopp. C’è ancora il calcio, senza gli stucchevoli tiki-taka.
La lettera della Bce
di agosto 2011, di Trichet e Draghi, che aprì la crisi del debito italiano, fu
scritta da “due ministri del governo uscente”, spiega Tremonti, allora ministro
del Tesoro, al “Corriere della sera”, Daniele Franco e Renato Brunetta. E Brunetta?
“”Non sono stato l’estensore della lettera”, ma quello che ne ebbe conoscenza
subito e informò “prontamente e responsabilmente il presidente del consiglio
Berlusconi”. Non il ministro del Tesoro, gli odi fra ex socialisti possono
essere feroci.
Ma, dunque, la lettera fu scritta da Franco e inviata da Draghi. Si può aggiungere che seguiva l’avvio di una manovra speculativa di grosso spessore della Deutsche Bank contro il debito italiano. E questa è l’Europa.
Paola Severino, il famoso avvocato che da ministro dele Giustizia mise dietro la lavagna tutti i politici, grandi e piccoli, con l’incandidabilità sancita dai prefetti (dai prefetti…), da presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione si propone di rendere la Funzione Pubblica digitale “erogando direttamente master e dottorati”. La rosa è aperta, tutti “dottori”, i burocrati.
Severino era la ministra inflessibile dell’inflessibile Monti, buona credente quindi anche lei: Dio li fa e poi li accoppia? No, è il, democristianesimo invincibile.
Conte, il
politico, a Napoli si fa fotografare tra le pizze. Un “mazzetto” di pizze colorate.
Novità? Del suo partito? Di Napoli? Grillo è quanto di più stantio ha l’Italia.
Il blocco delle assunzioni pubbliche dieci anni fa (Tremonti, su diktat Ue) ha prodotto sprechi incredibili, oltre che distorsioni e malfunzionamento. Si sono diffusi i contratti a termine, di efficienza necessariamente ridotta (chi me lo fa fare…). Si sono moltiplicati gli appalti per le Asl, con le cosiddette coop di anestesisti, analisti e a altre specialità, che costano un occhio, per funzionare male – e senza controllo, né amministrativo né sanitario. Pratiche buone, certo, a moltiplicare il “sottogoverno” - la corruzione.
Tremonti ministro,
il nemico delle “coop che evadono le tasse”, che moltiplica e finanzia le cooperative.
Anche se non più dei “compagni”, era da vedere. E si è visto – l’arte del
governo non è semplice, non per semplici.
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