giovedì 15 settembre 2022

Pinocchio tra la fame e la violenza

Pinocchio” non è la marionetta che vuole diventare un ragazzo – l’avventura dolciastra di Walt Disney, 1940. Provoca sempre nuove letture: il breve saggio è di presentazione critica di due nuovi “adattamenti” – traduzioni ragionate - americani, mentre esce il rifacimento del “Pinocchio” disneyano in live-action, con attori invece che animato, di Zemeckis, e una nuova versione è annunciata per Natale di Guillermo del Toro. Ma “il suo autore vedeva il suo personaggio molto diverso”, come “un attacco irriverente all’autorità stabilita” – di “critica sociale e humour pessimistico”: il racconto è di “un bambino affamato che marina la scuola”, mettendo in scena “una catena di ingiustizia sistematica e scuro tradimento”, di violenze.

Nella prima parte, i quindici episodi pubblicati settimanalmente tra luglio e ottobre 1881, “Pinocchio” è “brutale e pauroso”. Il gatto e la volpe non sono buffoni ma assassini. La Fatina Blu non è figura materna, ma una ragazzina fantasma e forse morta che si rifiuta di aiutare Pinocchio – “sto aspettando la bara che mi porti via”. Il burattino finisce morto, impiccato alla quercia. È l’anno dopo, quando Collodi, visto il successo della serie, riprende il racconto, nei 21 episodi pubblicati tra febbraio 1882 e gennaio 1883, che Pinocchio risuscita con buoni propositi. La misteriosa ragazzetta  diventa Fata, con l’inevitabile lieto fine. Ma senza dismettere la denuncia, le denunce: la polizia incolpa la vittima, i dottori sono pomposi e incompetenti, i giudici scimmie, Pinocchio ha “una fame così reale che si potrebbe tagliare col coltello”.

Il resto è noto. Scrittore satirico, Carlo Lorenzini-Collodi aveva fatto le due guerre d’indipendenza, 1848 e 1859, e ne era deluso, da repubblicano convinto. Già famoso come autore, nel 1877, di una lettera aperta “Pane e libri”, contro il progetto di scuola elementare obbligatoria – contro un progetto ipocrita, poiché aspettava a scuola bambini che non avevano di che sfamarsi, e nemmeno un casa.

Anna Momigliano, The Politics of Pinocchio, “The Atlantic”, free online

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