L’Inghilterra, baldanzosamente uscita dall’Europa, ha ora un primo ministro induista di origine indiana, e un sindaco di Londra musulmano di origine pachistana. Si può pensare l’Inghilterra dominion dell’India – in forme moderne, certo, senza i coloniali col frustino.
Oppure si può allargare l’obiettivo. L’Inghilterra ha anche un capo dell’opposizione sposato con una donna che professa l’ebraismo. E naturalmente un re cristiano. Fuori dall’Europa, l’Inghilterra non ritorna al Commonwealth, ma si fa provincia mulatta, un nuovo genere di nazione. In breve, quasi per programma, per un qualche progetto incognito, non per evoluzione storica.
Un’Inghilterra crogiolo, come la sua ex costola, gli Stati Uniti d’America? No, è diverso: gli Usa hanno 63 milioni di ispanici, 40 milioni di afroamericani, e 20 milioni di asiatici, su 332 milioni, sparsi in tutto il paese. La Gran Bretagna non arriva in tutto a cinque milioni di immigrati recenti o figli di immigrati (1,8 milioni dall’India, 1,5 milioni dai Caraibi, più pakistani, arabi, africani) su una popolazione di 68 milioni. Ma sono concentrati a Londra, più di quattro milioni su nove milioni di abitanti, e controllano il Regno Unito. Cioè l’Inghilterra – è dell’Inghilterra che stiamo parlando, il resto del Regno o non ci sta (la Scozia, 5 milioni e mezzo di abitanti) o non conta (i tre milioni di gallesi, e i residui irlandesi).
L’Inghilterra è un vero dominion: geometricamente uno zigurrat, una piramide tronca, con Londra in terrazza, abitata da indopakistani e caraibici.
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