Come oggi trent’anni fa, si poteva annotare:
“È curiosa, un po’ losca,
la disattenzione di Scalfari, Mieli, Anselmi, per la composizione del
direttorio milanese, il tribunale dei procuratori: due missini, e due
comunisti, orchestrati da un procuratore Capo che deve la nomina a Andreotti.
“Quello di Andreotti è l’unico
potentato politico del centro-sinistra tenuto al riparo, anche se il più
indiziato di malaffare. La ghigliottina è stata eretta dopo la mancata ascesa
di Andreotti al Quirinale - grave sottovalutazione di Craxi. E per il rigurgito
di sovranità della Dc, sopra e sotto traccia, sull’energia (Eni, Enel, Enea
etc.) che Craxi pretendeva di insidiare, oltre che sulla scuola, sulle Poste, e
sulla ricerca - Cnr, Infn, spazio, acceleratori.
“Craxi si rifarà con l’affare
Enimont? Con uno spicchio della tangente un imprenditore andreottiano,
Bonifacio, si è preso “Il Tempo”. Ma non è detto: Craxi non ha la
procura-tribunale di Andreotti, e nemmeno i servizi segreti”.
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