Si può ritenere il bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto. Come del resto è sempre il caso con la Ue. Alla fine l’Unione E uropa ha ricomposto sempre i cocci. Con Draghi sull’euro, dopo averlo mandato in malora (e con esso la Grecia e anche l’Italia). Dopo essersi litigati i vaccini anti-covid ha creato una strategia di contrasto comune. E anche ora, che sulla tragedia della guerra ha messo in atto il solito jeu des dupes, il solito giochetto dei furbi, l’imbroglio, troverà un’intesa, sul gas e forse anche, chissà, su che farsene della Russia. Domani magari troverà pure una politica anti-inflazione, come ha fatto contro il covid, e contro la recessione. Ma per ora fa finta che non ci siano.
Di fatto, e non da ora, sia il bicchiere
pieno o vuoto, l’Unione Europea è residuale. Lo è per gli europeisti – uno Spinelli
ne sarebbe angosciato. Si pretende una federazione, ma è solo un riempitivo. Non
si fa nulla senza la Germania, e questo è tutto. Senza contare che la Germania
non sa essa stessa che vuole fare: decide tutto e il suo contrario, è capricciosa
- ha buttato tra i rifiuti cinquant’anni di Ostpolitik, e forse non lo sa nemmeno.
Il fatto non è senza conseguenze. Usa dire anti-europeo chi denuncia questa Europa residuale - sovranista,
nazionalista, populista. Ma l’anatema verbale non cambia la cosa, non la
migliora.
Il cammino dell’Europa unita era
cominciato con una Comunità del Carbone e dell’Acciaio. Avventurosa per la
parte energia (il carbone in cambio dei minatori…. fino a Marcinelle) ma una Comunità
effettiva e efficace, marciante, settant’anni fa.
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