Von der Leyen lamenta che ogni paese in Europa faccia per sé, nella crisi energetica. Non tutti evidentemente, la sua Germania, l’Olanda, e pochi altri. Ma non è quello che è sempre avvenuto? Gli europeisti lo sanno, non da ora, non si fanno illusioni sul mercato comune di Bruxelles. E lo sa l’Europa tutta, eccetto i corrispondenti italiani a Bruxelles, che si scandalizzano. Non sanno le lingue? non capiscono? hanno il complesso della Germania? o fanno solo finta?
La premier britannica
Fuss, scelta da un consesso di notabili, ha potuto debuttare con un regalo
fiscale ai ricchi, che ha messo in crisi la sterlina e rinfocolato
l’inflazione, senza problemi. Anzi, ora può impedire al re qualsiasi forma di
partecipazione alle assise mondiali sul clima al Cairo, anche solo un
telegramma. Democrazia?
Sono donne due dei
quattro poliziotti della buon costume che hanno arrestato a Teheran la ventenne Mahsa Amini, poi
morta in loro custodia, perché “mal velata”. Si continua a non capire il ruolo
delle donne nell’islam estremista, oscurantista.
Si cita la
ricostruzione che il “Diario de Mallorca” ha fatto della condanna del padre di
Giorgia Meloni per traffico di droga censurando il meglio: che “Franco” si voleva
libertario e comunista, e che scontata la condanna si è candidato due volte tra
gli autonomisti majorchini. Con l’ipotesi non trascurabile che la figlia,
abbandonata due volte, alla nascita e a undici anni, una volta che era andata a
trovarlo con la sorella alle Canarie dove si era stabilito, è cresciuta a
destra in opposizione a lui.
“Titoli del calcio
con perdite fino al 90 per cento in 20 anni di Piazza Affari”, calcola Gennai
sul Sole 24 Ore”. In effetti a che servono questi titoli in Borsa, se non alle
piccole scommesse il sabato sulle sconfitte implausibili della Juventus, della
Lazio, e della Roma ora delistata.
Modena “la rossa”
cambia colore per la prima volta nella storia della Repubblica ed elegge la
candidata di Fratelli d’Italia, un avvocato – “non avvocatessa”. Fascismo?
Daniela Dondi,
neodeputato di Modena (deputato e non deputata?), è “modenese, figlia di
modenesi”, e gira la città in bicicletta. Il Pd le opponeva Abubakar Sumahoro,
sindacalista – anzi Aboubakar Soumahoro, alla francese, anche se è senegalese.
Saggezza?
Si lamenta Biden –
il presidente degli Stati Uniti: “Avete visto cosa è appena successo in Italia
nelle elezioni? State vedendo cosa accade nel mondo? Il motivo per cui mi
preoccupo di dirlo è che non possiamo essere ottimisti nemmeno su ciò che
avviene qui da noi”. Biden non critica l’Italia, se ne serve contro Trump: la
sindrome del fascismo è da non pochi anni americana, Biden ha ragione di
preoccuparsi.
Fratelli d’Italia
sopra il 30 per cento tra operai e commercianti, Pd primo tra gli studenti e i
laureati. E fra i minori di 34 anni. Il Pd come partito della speranza, o è solo
una turba adolescenziale?
Ma, poi, neanche
questo è vero: il primo partito scelto al voto dai minori di 34 anni è il Movimento
5 Stelle.
Fratelli d’Italia
prende dal 25 al 35 per cento in tutto il Nord e il Centro – eccetto alcune parti
della Toscana, e dell’Emilia Romagna, dove si ferma tra il 15 e il 25 per
cento. In tutto il Sud, Sardegna compresa, rimane tra il 15 e il 25 per cento.
Si celebra – lo fa
lui e lo fanno i media – Conte come vittorioso il 25 settembre, quando ha
raccolto meno della metà del voto del 2018, dopo avere governato per tre quinti
della legislatura. E questo non si capisce. Cioè, si capisce lui, non si capiscono
i media: che senso hanno?
Non si dice che Giorgia Meloni, probabile prima presidente
del consiglio della storia italiana, non ha portato in Parlamento molte donne,
anzi poche: appena 50 su 185, tra Camera e Senato, il 27 per cento. Ma non è
sola: solo un po’ meno peggio ha fatto il partito Democratico, con un 28,6 per
cento, 34 su 107.
Non si dice, ma Meloni e Salvini hanno anche fatto di
peggio: hanno messo capoliste donne nei collegi plurinominali, e al secondo posto
uomini. Una stessa donna in cinque collegi, e cinque differenti uomini: poiché
si può essere eletti una volta sola, in caso di successo si ha un solo eletto
donna e quattro uomini.
Soprattutto non si
dice l’evidenza: il voto del 25 settembre ha ribaltato quello del 2018, del governo
poi dei “vincenti”, Lega e 5 Stelle. I 5 Stelle sono passati dal 32,7 per cento
al15, 4, la Lega dal 17,4 (raddoppiato l’anno
dopo, alle Europee, al 34,3) all’8,8.
“La Germania fa
per sé”. Come al solito. Ma non sarà il vero modo di essere della Unione Europea,
residua? In Germania non c’è nessuno che gridi alla lesa Europa, la politica è
nazionale, e l’Europa è solo una delle sue componenti.
Succede del resto
per il gas quello che è già successo per il covid, o per la crisi del debito: l’Ue
è un foro di discussione, e al limite anche di solidarietà, ma le decisioni
sono nazionali, sulla base dell’interesse nazionale. Il bilancio è nazionale,
le entrate e le uscite – si fece europea la politica agricola perché tra i Sei
“fondatori” era l’interesse della Germania Federale, della Francia e
dell’Olanda. Questa partenza ha forse
creato un’illusione – oltre alla nota sperequazione col “Nord”.
Si celebra
Erdogan, fa tutto lui: tratta con Putin, arma l’Ucraina, si prende Cipro, le
isole Egee e il gas, mezza Siria, la Libia, l’Africa. Uno che odia le donne e
si pensa imperatore ottomano, con una moneta cartastraccia.
Abdul Hamid,
sultano panslavista dell’impero ottomano, “era molto più occidentalizzato:
amava l’opera, parlava il francese, leggeva i gialli”, spiega lo scrittore
Nobel Orhan Pamuk a “la Repubblica”: Erdogan “ha inventato l’islam politico e
l’ha utilizzato strumentalmente per ricattare l’Europa”.
I media italiani
prendono regolarmente sbandate, per Angela Merkel per esempio, o Johnson, come
per Erdogan. C’è un perché?
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