Ingrugnito più che indignato, il papa lancia invettive contro chi non accoglie i migranti: “Chiudere le porte ai migranti è schifoso e criminale”. Ma dov’era lui, dov’era la chiesa trent’anni fa, quando il traffico di esseri umani è cominciato. E dov’è adesso, dove e quando denuncia lo sfruttamento di africani e asiatici, e non lo documenta, come potrebbe con le sue tante antenne locali, alla partenza e all’arrivo?
“Appalti,
corruzione e bonus”, la Guardia di Finanza ha accertato frodi per 34 miliardi
in cinque anni. Ma “le Procure sono riuscite a sequestrare soltanto due
miliardi sul totale delle frodi accertate”. Accertate, a prova contestazione, oppure
soltanto annunciate, per occupare le cronache? Dormono di più i giudici o i
finanzieri?
Via Nazionale,
lunga arteria al centro di Roma, già centro dello shopping cittadino, è chiusa
o abbandonata. Ufficialmente sono chiusi 45 negozi, un terzo del totale.
L’impressione in città è che un negozio su due è chiuso e abbandonato –
polveroso, scrostato. Da quindici anni ormai. L’Europa, o comunque l’Italia, Roma,
cambia pelle. Nell’indifferenza.
Marcello Minenna costruisce
sul “Sole” un grafico semplice in cui si vede il dollaro crescere in un anno,
dal 30 settembre 2021, del 22 per cento, a fonte di sei divise di riferimento internazionale,
tutte “occidentali”, che sono invece tutte nella parte sotto della tabella: yen
(- 25 per cento), sterlina (- 20), euro (-19), dollaro australiano (- 16), dollaro
canadese (- 9 per cento). È l’equivalente di una guerra, “civile”. Ma non si
rimedia. Non se ne parla nemmeno.
Biden evoca
l’armageddon nucleare così, per una delle sue gaffes? O è per la guerra
nucleare? Qualcuno dice che è per il no. Non ha fatto nulla, però, per
prevenire la guerra della Russia all’Ucraina, anzi l’ha facilitata, portando la
Nato sotto il muso di Putin.
Ci si interroga
molto in America su dove e come Biden vorrà contrastare la Russia in Ucraina.
Dopo il suo accenno alla guerra nucleare. L’Europa invece non se ne occupa, è
presa dal prezzo del gas. L’Europa, dove la guerra nucleare sarebbe combattuta. Con armi nucleari tattiche, naturalmente, bombette, quanto basta per annientare
l’Europa anche fisicamente.
Potrebbe essere
una vigilia di ecatombe nucleare. Ma se ne discute così, tanto per parlare, seppure
se ne parla, come ogni giorno si parla di tante cose. Sembra inverosimile.
Oppure: non c’è
una minaccia, nemmeno una qualche avvisaglia, di guerra nucleare. Se ne parla
come di una tra le tante false notizie di guerra che ci bombardano ogni girono.
Ma non è la stessa cosa: una bella modella in mimetica con le mostrine ucraine
è una cosa, la bomba, seppure tattica, un’altra.
A due settimane
dal voto una decina di seggi parlamentari devono ancora essere assegnati. Cioè,
sono stati assegnati il giorno dopo il voto, ma non si sa ancora a favore di
quale candidato: sono stati assegnati ai partiti. Con un sistema per cui uno
che si è candidato a Monza verrà eletto magari in Sicilia. Per chi abbiamo
votato? Poi si dice l’assenteismo. Il voto è un atto di fede.
Il discusso
Kissinger centenario ammonisce a tenere la Cina separata dalla Russia di Putin.
Elementare. E allora perché aprire contenziosi con la Cina, perfino sul
delicato problema di Taiwan, proprio in questo momento? Vogliamo una guerra
mondiale – “tattica”, europea?
Si gioca a Roma la
partita Roma-Betis Siviglia, sentitissima nella capitale, stadio pieno, cori eccetera.
La Roma perde, ma non è questo il punto. Il giorno dopo “la “Repubblica”, primo
giornale romano, non ne fa cenno, né nello sport né nella cronaca di Roma – ha
mezza pagina su una partita grigia della Lazio in qualche cittadina sperduta
oltralpe ma nemmeno una riga sull’evento romano. Informazione?
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