L’Europa ha smantellato trent’anni fa ogni protezione “sistemica”, nelle produzioni primarie come negli approvvigionamenti primari, per esempio del gas, nel nome del mercato, e del vantaggio dei consumatori. In Italia questa “Europa” è stata realizzata da Draghi, in qualità di direttore generale del Tesoro, “padrone” delle grand utilities. E gestita politicamente - perversamente – dagli ex comunisti del partito Democratico, dell’ora capo della sinistra anti-sistema Bersani. Senza nessun vantaggio dei consumatori, il fatto ormai è acquisito e non contestato, né in prezzi né in qualità - tutti i servizi sono costosi e inefficienti, tutti i beni di consumo sono più che costosi. Ma non se ne parla.
Se ne parla oggi perché il fatto è ricordato da Franco
Bernabé, il presidente di Acciaierie d’Italia che è stato il presidente della
privatizzazione dell’Eni, a proposito del problema gas: “Negli
anni Ottanta e Novanta l’assetto del mercato era molto più solido: in Europa
c’era una grande produzione interna di gas e le forniture dall’estero erano
gestite da tre o quattro grandi compratori che erano in grado di negoziare da
posizioni di forza con Gazprom o con l’Algeria”. Bruxelles ha voluto
“smantellare il sistema dei grandi approvvigionatori che avevano garantito per
decenni disponibilità e prezzi competitivi del metano”: l’Unione europea “ha riformato il mercato rendendolo competitivo dal lato della domanda
senza poter influire su quello dell’offerta. I grandi compratori sono stati
smantellati, la struttura si è indebolita. E questa situazione non è
rimediabile”, non domani.
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