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sabato 15 ottobre 2022

Quel Mussolini diciannovista sembra di oggi

Erano appena in 53 alla fondazione dei Fasci di combattimento, nella sala di un circolo (ex socialista?) in piazza san Sepolcro a Milano, il 23 marzo 1919. Otto mesi dopo, il 16 novembre, i Fasci partecipavano alle elezioni, nella sola circoscrizione di Milano, candidando con Mussolini due nomi celebri, il maestro Toscanini e Filippo Tommaso Marinetti. Ma raccolsero poco: Mussolini arrivò a 2.420 preferenze - l’ “Avanti!” si poteva vendicare scrivendo: “Un cadavere in stato di putrefazione è stato ripescato stamane nel Naviglio. Pare si tratti di Benito Mussolini”. Un mese dopo i Fasci aprivano sedi in tutta Italia, trentasette, con 800 iscritti. “Esattamente tre anni dopo la disfatta elettorale, il 16 novembre 1922, il «cadavere in stato di putrefazione» pronunciava alla Camera il suo primo discorso da presidente del Consiglio”. Gentile non lo nota, ma questo suo incipit spiega l’elettorato italiano, che cambia umori a ogni votazione, non da ora quindi.

Non sarà probabilmente una storia innovativa, questa che Emilio Gentile, che ha già detto tutto del fascismo. Anche se presenta un’opera in sedici volumi, con un paio di migliaia di pagine di testo. Sarà l’antitesi della storia, altrettanto distesa, di De Felice cinquant’anni fa? In questo primo volume, che è molto su Mussolini giovane  rivoluzionario, socialista, dapprima anti-nazionalista, poi interventista, con un suo proprio giornale prima che con il suo partito, è molto simpatetica, tralasciando alcuni aspetti contestati del futuro duce. Il suo interventismo improvviso, finanziato da Francia e Inghilterra, confina per esempio in tre righe, a p. 49: “Aveva potuto realizzare il suo disegno in poco tempo grazie ai finanziamenti di un gruppo di industriali; e successivamente ebbe anche un aiuto finanziario dai socialisti francesi e belgi e dai governi francese e inglese”.   

Analogamente incidentale - per quel tanto che ne sottolinea il balzo politico nazionale, a 28 anni - è il suo ruolo al XIIImo congresso del partito Socialista, a Reggio Emilia il 7-10 luglio 2012, in cui propose e impose la cacciata dei maggiori socialisti riformisti, Bissolati, Bonomi, appoggiando e imponendo la frazione rivoluzionaria o massimalista. Avvelenando cioè il socialismo italiano di quei germi che cresceranno nel partito Comunista, e che impediranno in Italia, unico paese in Europa occindentale, un socialismo democratico.  

Ma è una storia gradevolmente narrativa. Soprattutto segnata dalle immagini: tantissime fotografie d’epoca, che dicono anch’esse molto, e forse di più. La foto segnaletica di Mussolini, 1903, che pure è nota, assume anch’essa un altro significato: molti destini contemporanei vi si possono ravvisare, anche se, felicemente, non così decisivi.

Emilio Gentile, Storia del fascismo - 1.Fasci di combattimento, “la Repubblica”, pp 191, ril. ill. € 14,50

 

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