A 94 anni il decano, probabilmente, della Spd, il partito socialista tedesco, già al governo, all’Economia e agli Esteri, nonché sindaco di Amburgo, dice quello che pensa, non isolato però in Germania. Anzi, dice il non detto della politica europea: gli interessi degli Stati Uniti possono non essere, e sempre più spesso non sono, quelli dell’Europa. Una politica estera basata sui valori (idee, principi) è un malinteso e può portare a brutte fini. La linea dura contro la Russia può essere negli interessi degli Stati Uniti, della loro bilancia strategica mondiale, ma va contro l’Europa, la sua geografia e la sua storia, e i suoi interessi. Così pure nei confronti della Cina: la politica di potenza degli Stati Uniti è in questa fase rischiosa, e compromette il futuro della Unione Europea.
Poco citato, e non
tradotto, è stato il libro di lettura in Germania nei primi mesi dell’anno. È uscito
a gennaio, un mese prima dell’invasione dell’Ucraina, che però non sembra
averlo obsoletizzato. Il sottotitolo è anche ambizioso: “Orientirung für deutsche
und europäische Politik in Zeiten globaler Umbrücke”, in tempo di rivolgimenti
globali. Un libro diretto, “senza fronzoli”, lo vuole Dohnanyi
nell’introduzione. “Ho scritto questo libro anche come amico sincero e ammiratore
degli Stati Uniti, cui ho molto da ringraziare per i settant’anni della
reciproca conoscenza e amicizia”.
La ragione del
libro è la sicurezza dell’Europa, la sua politica estera, di difesa e commerciale,
del tutto inadeguata in questo tempo di “rivolgimenti”. Un’aggiunta alla
premessa, alla seconda edizione con la guerra imminente, ricorda: “Gia a fine novembre
2021”, licenziando il libro, “scrivevo che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato
avrebbe comportato grossi pericoli”. Ora è confortato nello stesso assunto da
Samuel Charap, lo scienziato politico della Rand Corporation, una personalità e
un’azienda influenti negli Usa, anche nell’intelligence.
Klaus von
Dohnanyi, Nationale Interessen, Siedler, pp. 238, ril. € 22
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