lunedì 7 novembre 2022

Il business dei migranti vuole visibilità

Le Ong dell’avventura marittima, ora nel Mediterraneo in cerca di immigrati, dopo le piraterie del tipo Greenpeace, scelgono l’Italia come attracco per la visibilità – questo sito s’interrogava l’altro giorno sul perché vogliono scaricare “la merce” solo in porti italiani: per la visibilità. Le Ong vivono di pubblicità: più si impongono sui media più contributi si guadagnano, privati e pubbici. In Itaia tanto meglio quando c’è un governo di destra, che fa ammuina. La visibilità allora è massima, i contributi delle anime buone aumentano, quelli pubblici, di Bruxelles, del proprio Stato di appartenenza, necessariamente pure, lo stipendio è assicurato, e si vive ai trenta e quarant’anni nell’avventura. Che di meglio? Gli africani? Un pegno.

Sbarcare i soccorsi, ammesso che siano alla deriva, nel “porto più vicino” come dice il diritto internazionale, a Cipro, a Malta, in Tunisia no. La Tunisia tra l’altro non è Europa, e i cosiddetti “salvataggi” vanno fatti, anche contro le regole, in Europa.

Le Ong in combutta con i trafficanti di africani, per farsi “esperienze” (vacanze) memorabili nel Mediterraneo, sarebbe tema da (piccola) Norimberga.  

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