Il primo volume della serie subito cult di “Cosma & Mito”. Annunciata in quattro volumi, come “epopea nippo-calabra”, forse per il ricorso, in copertina, a proverbi minacciosi tratti dalla pratica dialettale (ma “lupiminari” è nient’altro che lupi mannari), ma ben cosmopolita, o internazionale come ora si dice. Di due quarantenni già affermati tra Roma e Milano. Zurlo sceneggiatore, Filosa noto come “l’uomo del Giappone”, o “il più giapponese degli autori italiani”, dei “mangaka”, scopritore del “manga indipendente” degli anni 1960-1970, curatore della collana di manga Gekiga (anni 1960-70, quando i manga, i fumetti giapponesi per ragazzi, divennero storie per adulti: lotte di classe, drammi storici, storie noir)), e doku (“fumetti contemporanei”).
Ragazzine avventate corrono molti rischi, su e giù per la Calabria. Nei boschi “inospitali e bui” della Sila – che invece è ridente, ma questa è un’altra storia. Minacciate da loschi avventurieri, il clan dei Lupi e quello dei Polpi. Finiranno male? Una madre avventurosa, molto calabrese, per salvare il suo figlioletto sfida i Lupiminari.
Tra favole di folklore locale e narrativa giapponese illustrata. La fine è nota, dopo molte scene paurose, come è di tutte
le favole.
Nicola Zurlo-Vincenzo Filosa, Cosma & Mito. L’antro dei lupiminari,
Coconino Press, pp.112, ill. € 16
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