Lo schiamazzo delle oche dell’Eliseo contro la disumanità dell’Italia fa da singolare contrasto con la morte, all’aeroporto di Parigi, di un profugo iraniano che la Francia ha tenuto prigioniero nello stesso aeroporto per venti anni, perché sprovvisto di documenti. Una vicenda talmente grottesca, oltre che violenta, che Spielberg vent’anni fa ne aveva fatto un film di successo, “Terminal”.
Lo schiamazzo fa contrasto anche col
ghetto di Calais, che è durato invece dieci anni, dove gli africani, afghani,
iraniani e altri, decine di migliaia, a tatti anche centinaia, venivano tenuti
a pane e acqua in quanto rei di non andarsene in Gran Bretagna. O con le
fucilate sulle Alpi Marittime a nord di Ventimiglia contro gli africani
trattati disumanamente dall’Italia che volevano e vogliono passare in
Francia. Di che far arrossire perfino il
partito francese in Italia, che pure è robusto, onusto di medaglie e incarichi
– non avevano capito, qualche intervistatrice e qualche sociologo ancora non
capiscono, che la Francia non vuole immigrati.
Prima delle vaiasse di Macron, di
che la Francia accusava Italia – la Francia sempre si vuole maestra di qualcosa?
Di essere troppo buona con questi “migranti di merda”. Di non respingerli, di non
rimandarli a casa, di non ingabbiarli. Senza stare a controllare se hanno diritto
allo status di rifugiato o se non sono migranti “economici”.
Si dice la clarté francese, ma che
significa migrante “economico”? Per fame? Per bisogno? Che ha speso poco per
evitare il naufragio?
Ma qui non c’entra la clarté, non
si ragiona. Qui è il deep state che in Francia, la Francia “repubblicana”,
laica, fraterna, è sempre al comando, senza confronti, nemmeno in Inghilterra,
che lo ha inventato e lo pratica, con i socialisti Mitterrand e Hollande, ultimamente,
come col “gollista” Sarkozy - quello che venne utile per fare guerra all’Italia
sui conti e con la Libia, e poi hanno deciso di condannare in Tribunale, ripetutamente,
a pene incrementali, come fanno le mafie.
Si chiama in causa Tajani, cioè il
ministero degli Esteri, per questa ennesima “crisi con la Francia”, ma è alla fratellanza
che bisogna fare capo per fare luce. Anche ai legami del repubblicano Macron
con la Comunità di sant’Egidio, e con il papa argentino.
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