Dennis MacShane, ministro per gli Affari europei dei governi Blair, nota Sergio Romano sul “Corriere della sera”, calcola che i parlamentari britannici con doppio passaporto, anche irlandese, che erano 47 nel 2016, prima della Brexit, sono diventati 227 nel 2021, e già 321 quest’anno. Col passaporto irlandese hanno in Europa le stesse facilitazioni di un cittadino europeo. Romano ne elenca alcune: libera circolazione, senza visto, protezione sanitaria, protezione pensionistica, protezione diplomatica, Erasmus per i familiari, apertura privilegiata di un conto corrente, contratto telefonico di favore, immediato e a sconto.
Lo stesso,
si può aggiungere, delle università. Le università britanniche erano le maggiori
percettrici dei fondi europei per la ricerca. Al modo americano, si erano attrezzate
con appositi uffici di studio delle regolamentazioni, e presentavano dossier
burocraticamente perfetti. Furbizia? Efficienza? La stessa “efficienza” dimostrano
dopo la Brexit: associano ai progetti una università europea, nel nome della
quale il progetto viene presentato, e rimangono tuttora i maggiori percettori
di fondi europei per la ricerca. Londra si fa un baffo di Napoli.
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