Il sindacalista Soumahoro è un gentiluomo, sua moglie no. Ma non per i 65 milioni che ha incassato col business immigrati, che teneva al buio a pane e acqua, no, perché ha “lavorato con Berlusconi”.
La moglie di Soumahoro, vedette di Instagram, veramente ha lavorato con Prodi e poi con Berlusconi, ma solo questo conta – “lavorato” nel senso che partecipava alle riunioni del rappresentante della presidenza del consiglio per l’Africa. E anzi, suggerisce D’Agostino-Dagospia, “avrebbe incontrato personalmente Berlusconi”. Nel corridoio? Da minorenne? Siamo messi bene.
“Migranti e gas, l’Italia è sola”, informa a grandi lettere “la Repubblica”. Non è vero, ma è un titolo contro Meloni, oppure a favore?
Però, è singolare che la Francia, la quale va a caccia a fucilate di immigranti da Ventimiglia a Gressoney, o li espelle senza mandarli dal giudice, e la Spagna, che contro i migranti ha il suo “muro” in Marocco, siano erette in Italia a paladine degli stessi, i migranti sbandati che vengono dall’Africa. È il pubblico italiano di bocca buona, o lo sono i media?
È singolare che l’arroganza, e anzi la violenza, di Macron sugli immigrati sia presentata in Italia contro il governo di destra, mentre sicuramente gioca a favore. La fratellanza massonica con Macron gioca anche a favore di Meloni – due piccioni a una fava?
Su “la Repubblica” Francesco Merlo statuisce che “affittare a prostitute non è immorale”. Affittare a prostitute per l’esercizio della prostituzione è immorale e anche illegale. Ma questo non importa: lo stesso Merlo, a seguire, condanna il Maxxi, il museo di arte contemporanea di Roma, che al caffè-ristorante dà licenza di tenere concerti notturni, tra “lenzuoli e cartelli di protesta” degli abitanti del quartiere Flaminio. Il quale invece attorno al Maxxi è deserto, tra casermoni, chiusi, e una parrocchia gigante, con cinema, anch’essa quasi chiusa. Prostituzione sì, musica no?
“Cina, India, Africa ed America Latina sono anche loro consci della fine del mondo occidentale monopolare”. Lo dice a Imarisio sul “Corriere della sera” Leone Tolstoj, un fedelissimo di Putin, vice-presidente del Parlamento russo, benché bisnipote e omonimo del grande scrittore. Ma questo ognuno lo vede. Solo l’Europa non lo vede – o meglio, solo l’Italia: solo l’Italia è ancora nel pensiero unico.
L’ex Telecom Italia ora Tim, dopo avere trascurato per vent’anni gli utenti, senza nessuna politica di fidelizzazione, e tuttora osteggiandoli con un numero verde impervio e un sito impraticabile, da qualche mese perseguita i fuggiaschi con chiamate in serie ogni giorno. Contro cui non c’è protezione. Si direbbe che non sia la maniera migliore per riconquistare gli utenti. Ma l’importante in quell’azienda è ancora dare appalti – anche se disperati: cercare clienti.
Molte partite agli inizi del Mondiale, le più importanti, la Rai ha di fatto oscurato per la maggior parte degli utenti, con le procedure impervie richieste per riconnettersi al digitale terrestre. Sicuramente un’imprevidenza, non un abuso. Ma viene da ricordarsi nel caso che la Rai è una tv a pagamento: la tv pubblica è a pagamento, e obbligatoria, senza esenzioni.
Mercoledì: “Salvini detta la vera agenda del governo Meloni”. Giovedì: “Da capitano a comprimario, la parabola di Salvini”, “Ormai non tocca palla”. Sempre lo stesso giornale, “la Repubblica”. Per (e)lettori absent-minded?
Si fa caso degli affari di Soumahoro, il sindacalista dei braccianti ora deputato della Sinistra, con i fondi pubblici per l’accoglienza dei migranti, per il lavoro in cooperativa, e con un fondo contributivo di sostegno ai braccianti. Non ci si interroga se gli abusi sui fondi per l’accoglienza dei migranti siano nel caso un’eccezione, o non la normalità. C’è un business dell’accoglienza dietro la dottrina dell’accoglienza.
Il governo circoscrive il reddito di cittadinanza. “La Repubblica” contesta la decisione con volti di donne “ben messe” e sorridenti – solo contente di “uscire sul giornale”?
È bizzarro il composto Conte che fa il tribuno, non avendone il volto, la voce, e nemmeno i sensi. Dice per esempio “disumana” la legge di bilancio, solo perché vuole ripulire (un po’) il reddito di cittadinanza, mentre non trova parole per condannare l’aggressione russa all’Ucraina. Ma evidentemente ha un pubblico che lo segue, a cui piace, che gli dà ragione.
Si assiste con un che di Schadenfreude, di piacere maligno, alla sconfitta di grandi nazioni del calcio a opera di outsider, dell’Argentina con l’Arabia Saudita, della Germania col Giappone. Non è Schadenfreude razzista, cioè antirazzista, anche il Canada ha vinto “moralmente” contro il Belgio (ha perso per l’incapacità dell’arbitro, notoria - è stato messo lì solo perché “ci vuole un africano?”). È un piacere maligno legittimo, contro la spocchia.
La squadra tedesca, che prende in giro la Fifa tappandosi la bocca, con la solita - lieve - ironia tedesca negli occhi furbi e nella bocca, sembra la caricatura dei diritti. Anche prima di buscarle dal Giappone.
Alberto Rimedio usa la parola “razze” in telecronaca parlando della grande varietà di pubblico negli stadi del Qatar. Alla ripresa della telecronaca si deve profondere in reiterate scuse per avere usato la parola “razze”, spiegando che voleva dire e bisogna dire “nazionalità”. Sarà questo il Mondiale della stupidità politica, invece che della corruzione?
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